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    Delitto di Garlasco, la clamorosa rivelazione: “Venditti nel 2017 voleva arrestare Sempio, poi archiviò tutto in 20 giorni”

    Così, nel 2017, la Procura di Pavia ha cambiato idea in soli 20 giorni

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 5 Nov. 2025 alle 11:41 Aggiornato il 5 Nov. 2025 alle 11:43

    Nel 2017, in soli venti giorni, l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, oggi indagato con l’accusa di corruzione in atti giudiziari, sarebbe passato dall’intenzione di arrestare Andrea Sempio, sospettato allora così come oggi di essere l’assassino di Chiara Poggi, ad archiviare il fascicolo sul delitto di Garlasco. È quanto rivela un’inchiesta di Panorama, rilanciata da La Verità. Il 23 febbraio 2017, infatti, viene redatto un documento dalla procura di Pavia dal titolo “Richiesta di autorizzazione al ritardato deposito della documentazione relativa alle operazioni di intercettazione telefonica”. Firmato da Venditti e dalla collega Giulia Pezzino, nel testo si motivava la necessità di rinviare il deposito delle intercettazioni per “non compromettere il prosieguo delle indagini”, consentire agli inquirenti di valutare “le modalità esecutive dell’azione delittuosa” e permettere di completare “le richieste di misura coercitiva a carico degli indagati”.

    Solamente venti giorni dopo, il 15 marzo, la Procura di Pavia archivia tutto. Una decisione che suscita perplessità alla luce dell’indagine che oggi vede protagonista Venditti, accusato di essere stato corrotto da Giuseppe Sempio, papà di Andrea, al fine di scagionare il figlio e chiudere per l’appunto il fascicolo sul delitto di Garlasco. Un’indagine che ha subìto una svolta quando, durante una perquisizione dei carabinieri della sezione Omicidi del Nucleo investigativo di Milano avvenuta lo scorso 14 maggio in via Canova a Garlasco, dove vivono i genitori di Andrea Sempio, sarebbe stato trovato un appunto con su scritto: “Venditti / gip archivia X 20-30 euro”.

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