Il ministro della Giustizia Nordio dice la sua sulla riapertura delle indagini sul delitto di Garlasco e l’omicidio di Chiara Poggi. Rispondendo a una domanda sull’argomento, durante il “Salone della Giustizia” a Roma, Nordio ha dichiarato: “Fa parte della natura umana occuparsi anche in modo morboso qualche volta di certi delitti, ricordo il processo Montesi, parlo di certi processi dove c’è un certo tipo di violenza e sessualità. Qui però, senza entrare nel merito, i cittadini assistono a un paradosso: ci sono delle inchieste parallele, una si è conclusa anni fa e una persona ha subito degli anni di prigione e poi ne è subentrata un’altra adesso che va in una direzione opposta. Allora, o era sbagliata la prima oppure è sbagliata questa, oppure sono sbagliate tutte e due e allora peggio mi sento”.
E ancora: “Tutto questo non è responsabilità di nessuno perché ci sono dei processi che vanno avanti, indagini che vanno avanti decenni perché la verità non si è mai trovata. Poi però, a un certo punto, bisognerebbe avere il coraggio di arrendersi e dire che il tempo non è solo padre di verità ma anche è anche tempo di oblio, è difficilissimo dopo 20-30 anni ricostruire una verità giudiziaria, lasciamola agli storici. Ma da un punto di vista giuridico ricostruire fatti così risalenti nel tempo, soprattutto quando coinvolgono indagini tecniche come l’esame del Dna o delle tracce ematiche, non è una cosa facile. L’azione penale però è obbligatoria, i pm che stanno seguendo questa seconda inchiesta, io li conosco, sono persone serissime e tra l’altro se sorgono dubbi sulla colpevolezza del primo imputato è giusto indagare, però non conoscendo le carte io prospetto soltanto questa situazione che effettivamente per il cittadino è abbastanza paradossale”.