Andrea Sempio e Alberto Stasi non hanno ucciso Chiara Poggi: ne è convinto l’avvocato Massimo Lovati, legale del nuovo indagato del delitto di Garlasco, che a La Stampa “riscrive” la storia dell’omicidio della ragazza di 26 anni. L’avvocato parla prima di tutto del bigliettino, ritrovato a casa dei genitori di Andrea Sempio “Venditti / gip archivia X 20-30 euro”, che ha contribuito a portare l’ex procuratore Venditti a essere iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. “Antepongo un fatto. Parliamo di una famiglia abituata a conservare tutto. Biglietti di ogni specie: elettricista, idraulico, parcheggi. Mi rendo conto: è curioso che tengano anche un biglietto del genere dopo sette anni” afferma Lovati.
Il foglietto era conservato come segnalibro in un volume dedicato al processo Poggi: “Anche questo è curioso. Lo tenevano in un libro scritto dal collega Tizzoni, dal titolo Processo Garlasco. Diritto alla verità. Il biglietto era infilato come segnalibro”. Secondo Lovati “c’è una capziosità evidente, da parte dei signori della procura di Brescia. Parlano di 20 o 30 mila euro, ma non è quello che c’è scritto. C’è scritto 20 o 30 euro: è la cifra che serve per ottenere copia dell’atto di archiviazione. È un preventivo di spesa”. L’avvocato, poi, parla del suo cliente: “È un ragazzo normale. Completamente estraneo ai fatti, ormai martoriato. È stato tirato dentro sulla base del semplice scontrino di un parcheggio, a cui la difesa di Alberto Stasi si è attaccata. Tutto questo castello nasce da lì”.
Secondo Lovati quello di Garlasco resterà un delitto senza colpevoli. Ma quindi chi ha ucciso Chiara Poggi? Il legale non ha dubbi: “Un’organizzazione criminale, gente che ci mette due secondi a spararti in bocca”. Il movente sarebbe da ricercare nelle ricerche effettuate sul computer da Chiara Poggi nei giorni antecedenti l’omicidio: “Pedofilia degli enti ecclesiastici e traffico di organi umani. Io la chiamo massoneria bianca”.