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    Davide Ferrerio trasferito all’Ospedale di Bologna, è ancora in coma

    Di Piera Rocco
    Pubblicato il 23 Ago. 2022 alle 08:16

    E’ ancora in condizioni gravi Davide Ferrerio, il giovane bolognese è finito in coma farmacologico dopo essere stato brutalmente pestato da un coetaneo a Crotone mentre era in vacanza. Ieri, lunedì 22 agosto, un velivolo dell’aeronautica militare lo ha trasportato all’Ospedale Maggiore di Bologna, nella sua città, perché ricevesse cure più specializzate. A permettere lo spostamento è stato il suo stato di salute, ancora grave ma abbastanza stabile da sopportare il viaggio.

    Lo scorso 11 agosto sera Davide era in centro a Crotone, all’improvviso le telecamere di sorveglianza riprendono la fuga dall’aggressore e i pugni che hanno lasciato il giovane privo di sensi sul marciapiede. L’autore della violenza, originario di Colleferro, in provincia di Roma, è stato arrestato dalla Squadra Mobile anche grazie a diverse testimonianze. Si pensa che il movente sia stato uno sguardo di troppo da parte della vittima verso una ragazza che era in compagnia del responsabile. Gli inquirenti stanno usando le riprese e i cellulari della vittima e degli indagati per ricostruire l’accaduto.

    Ci sono state manifestazioni di solidarietà con cori a lui dedicati dalla curva rosso-blu del Bologna, squadra amata da Davide, con un caloroso saluto dello stesso allenatore.

    A Crotone la settimana scorsa si è svolta una fiaccolata spontanea con la famiglia della vittima. Il dolore della madre, nata e cresciuta a Crotone, si tramuta in un appello ai suoi concittadini: “Voglio dire ai cittadini di Crotone di denunciare. Di essere meno omertosi, di intervenire immediatamente quando si verificano degli episodi così gravi. Di non stare a guardare. Di agire, di non aspettare il peggio, perché in questa città si aspetta il morto: è sempre stata una città così, fin da quando ero bambina”.

    “Adesso siete in tanti qua, in tanti siete venuti per mio figlio e vi ringrazio, perché mi state sostenendo”. Ha proseguito la donna “Però dovevate sostenere anche mio figlio quella sera, quando erano le 20.45, in pieno centro. E nessuno lo ha fatto. È stato visto correre, con uno che gli correva dietro. E nessuno ha detto: ‘Hei, fermati!’. Mio figlio non sarebbe in coma”.

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