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    Due metri di distanza quando si mangia e quarantena anche per i vaccinati: le nuove raccomandazioni anti-Covid

    Credit: Ansa

    Pubblicate da Iss, Inail, Aifa e ministero della Salute le "Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione"

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 17 Mar. 2021 alle 12:12

    Con la circolazione delle varianti del virus e il proseguimento della campagna di vaccinazione in Italia, l’Iss insieme ad Aifa, ministero della Salute e Inail ha pubblicato delle nuove raccomandazioni utili per la lotta alla pandemia di Covid-19. Le indicazioni sono contenute in un documento intitolato “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione”.

    I tecnici sottolineano che in generale le misure finora osservate (mascherina, igiene delle mani e distanza) sono efficaci anche per difendersi dal contagio delle varianti, se applicate con attenzione. Tuttavia, tra le raccomandazioni sanitarie previste da Istituto superiore di sanità, Agenzia del farmaco, ministero della Salute e Inail, vi sono anche alcune novità. Ecco quali sono:

    Distanza interpersonale di due metri quando si mangia

    c’è l’indicazione di raddoppiare la distanza interpersonale “fino a due metri laddove possibile, specialmente in tutte le situazioni in cui venga rimossa la protezione respiratoria, come ad esempio in occasione del consumo di bevande e cibo”. Nei casi in cui ci si trova senza mascherina, quindi, la distanza dovrebbe essere di 2 metri. Infatti, nei momenti di convivialità, o in quelli in cui la protezione viene rimossa, aumenta il rischio di trasmettere l’infezione attraverso il respiro.

    Vaccino anche a chi ha avuto il Covid

    Secondo le nuove raccomandazioni, anche chi ha già avuto il Covid con infezione confermata da test molecolare, indipendentemente se sintomatico o meno, dovrebbe essere vaccinato. Per questi soggetti “è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione ed entro i 6 mesi dalla stessa”, spiega il documento. Un’eccezione è prevista per le persone con condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, che, anche se già guarite, “devono essere vaccinate quanto prima e con un ciclo vaccinale di due dosi“.

    Quarantena anche per i vaccinati

    Chi è già vaccinato, dopo un’esposizione a un contatto stretto con un caso Covid, “deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione”. Il vaccinato deve quindi osservare, purché sempre asintomatico, 10 giorni di quarantena dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo al decimo giorno, oppure 14 giorni dall’ultima esposizione. Inoltre, secondo le nuove raccomandazioni, i contatti stretti di un caso Covid possono essere vaccinati ma “dovrebbero” prima “terminare la quarantena di 10-14 giorni”.

    Varianti ed efficacia dei vaccini

    La vaccinazione, si legge nel documento, “è efficace nella prevenzione della malattia sintomatica, ma la protezione non raggiunge mai il 100%. Inoltre, non è ancora noto se le persone vaccinate possano comunque acquisire l’infezione da Sars-CoV-2 ed eventualmente trasmetterla ad altri soggetti”.

    Alcune varianti “possano eludere la risposta immunitaria” dei vaccini. “Segnalazioni preliminari suggeriscono una ridotta attività neutralizzante degli anticorpi di campioni biologici ottenuti da soggetti vaccinati con i vaccini a mRNA nei confronti di alcune varianti, come quella sudafricana, e un livello di efficacia basso del vaccino di AstraZeneca nel prevenire la malattia di grado lieve o moderato nel contesto epidemico sud-africano”.

    Test multi-gene per individuare le varianti

    Per quanto riguarda la diagnosi d’infezione sostenuta da varianti virali con mutazioni nella proteina Spike “i test diagnostici molecolari real-time PCR devono essere multi-target”, ovvero “capaci di rilevare più geni del virus e non solo il gene spike (S) che potrebbe dare risultati negativi in caso di variante con delezione all’interno del gene S”, come la variante inglese.

    Durata della copertura vaccinale

    Come abbiamo visto, anche i soggetti vaccinati “possono andare incontro a infezione da SARS-CoV-2, seppur con rischio ridotto, poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto. Inoltre, la durata della protezione non è stata ancora definita”.

    Il documento cita uno studio condotto su oltre 6.600 operatori sanitari nel Regno Unito che ha mostrato che nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 “la durata dell’effetto protettivo dell’infezione precedente ha una mediana di 5 mesi“.

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