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    “Il Covid-19 è come l’Hiv. Non ci sarà mai nessun vaccino”: le conclusioni dello studio italiano

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 11 Mag. 2020 alle 18:25 Aggiornato il 11 Mag. 2020 alle 18:28

    “Il Covid-19 è come l’Hiv. Non ci sarà mai nessun vaccino”. Sono le decise parole di Pasquale Mario Bacco, il medico legale amministratore di Meleam spa, società di proprietà statunitense con una sede anche a Bari che, insieme a 13 colleghi, ha condotto uno studio sulla diffusione del Coronavirus in Italia. Studio che, già a fine febbraio, ha portato gli scienziati ad affermare che il Covid circolava in Italia e produceva i suoi prima contagi già dallo scorso ottobre. In quel periodo, infatti, “almeno un italiano su tre” era già entrato in contatto con il pericoloso virus proveniente da Wuhan, in Cina, come dimostrato dai test sierologici effettuati su un campione di 7038 persone sane e senza sintomi a partire dal 25 febbraio scorso.

    A seguito di quelle indagini è emerso che oltre il 30 per cento della popolazione italiana era era stata contagiata dal Coronavirus e aveva, dunque, sviluppato gli anticorpi: su 7.038 soggetti sono risultati positivi in 2.365, e 1.779 di questi avevano già sviluppato le immunoglobuline G datate (IgG), cioè gli anticorpi al Covid. “Significa che queste persone erano già venute a contatto con il virus almeno tre mesi e mezzo prima, si sono ammalate e hanno sviluppato gli anticorpi, pur essendo asintomatici”, ha spiegato Bacco in un’intervista a Il Giornale. Perché, a questo punto, affermare che non ci sarà nessun vaccino o che questo sarebbe inutile per sconfiggere il Coronavirus? Il medico, in sostanza, pone l’accento sul fatto che il virus muterà molto velocemente e che gli anticorpi sviluppati dalla popolazione dureranno solo pochi mesi: “In questo il Covid è come l’Hiv. Sono virus che mutano. Può essere che la popolazione verrà chiamata a sottoporsi al vaccino a giugno, ma quello stesso vaccino ad ottobre non servirà più”. “Io ho visto in laboratorio come muta questo virus – ha chiarito il medico sempre a Il Giornale – è quasi come l’Hiv, quindi il vaccino non ci sarà mai. L’unica cosa che ci salverà, se il virus dovesse diventare più aggressivo, è un farmaco specifico. Oggi i soggetti siero-positivi hanno un’aspettativa di vita uguale a un soggetto sano, grazie a un farmaco. Conducono una vita normalissima solo che devono prendere una, o due o tre, ma di solito una pillola al giorno perché hanno un retrovirale che va nel sangue e questo aiuta. E la stessa cosa sarà per il Covid”.

    Le osservazioni di Bacco, insieme alle conclusioni a cui è arrivata la sua ricerca, non sono state prese in considerazione, come racconta lui stesso, “né dall’istituto superiore di sanità né dal ministero”. “Abbiamo portato i nostri dati al professor Burioni e non li ha neanche visti”, ha spiegato il medico, il quale sostiene che il numero di vittime italiane del Coronavirus, più di 30mila, sia stato “inventato di sana pianta”.  “I morti per Covid che prima erano sani si contano sulle dita di una mano – dice Bacco – perché questo virus non è capace di uccidere. È un virus banale, semplice. Un soggetto ad esempio siero-positivo non si ammala di Covid, perché ha l’hiv che è un virus molto più grande che utilizza gli stessi recettori del Coronavirus, quindi anche nella competizione il Covid non riesce ad andare sugli stessi recettori. Ovunque ci sia una risposta immunitaria adeguata viene annientato”. Di qui, dunque, i decessi di pazienti già affetti da patologie tumorali, miocardiopatie dilatative, diabete ecc, non dovrebbero essere inseriti nelle morti per via del Covid, dato che quei pazienti avevano già “aspettative di vita brevissima”.

    Bacco, inoltre, ha detto la sua anche per quanto riguarda la resistenza o meno del Covid-19 al caldo. “Che il virus soffra il caldo glielo può dire anche uno studente di medicina al secondo anno”, ha osservato il medico barese, il quale ritiene che il Coronavirus scomparirà con l’estate per poi tornare con l’abbassamento delle temperature a manifestarsi in modo più consistente nelle zone più fredde del Paese. Se dunque il vaccino non avrebbe efficacia, la soluzione per controllare l’epidemia e sconfiggere il Covid-19 è, secondo Bacco, “la scoperta di un farmaco specifico”. “Abbiamo l’idrossiclorochina che ora è inutile prendere, ma ad ottobre no. Le faccio un esempio, la caratteristica dell’anemia mediterranea è quella delle catene dell’emoglobina. L’emoglobina, detta in maniera semplice, è composta da una parte alfa e una beta (parliamo delle catene polipeptidiche, ndr). I soggetti betatalassemici (quindi quelli affetti da anemia mediterranea) non hanno le catene beta. Il Covid si lega alle catene beta, quindi questi pazienti non avendole sono immuni al covid, il virus può entrare nel loro organismo, ma non si lega. L’hanno capito gli studiosi americani. Detto questo l’idrossiclorochina ha un meccanismo banalissimo (che si avvicina al concetto di anemia mediterranea, ndr), viene utilizzata per la malaria. Prendendo prima questo farmaco, le catene beta vengono tamponate, se il virus entra nell’organismo che ha preso questa medicina, non sa dove legarsi e se non entra nelle cellule, muore. E non è vero che ha mille effetti collaterali come ha detto uno dei professori televisivi”. Oltre alla clorochina ci sono poi il Tocilizumab, il farmaco anti-artrite e la plasmaterapia. “Accettare il nostro studio significa negare tutto quello che è stato detto fino ad ora. Ma noi abbiamo una dignità come medici e possiamo solo dire la verità perché siamo dei medici liberi. Abbiamo lavorato giorno e notte, abbiamo dormito anche per terra per tre ore a notte e siamo stati mortificati e oscurati”, ha concluso Bacco.

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