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    Coronavirus, lo studio: “Essere allergici protegge dalle forme più gravi”

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 2 Set. 2020 alle 15:46

    “Essere allergici protegge dalle forme più gravi di Coronavirus”

    “Essere allergici protegge dalle forme più gravi di Coronavirus”. Lo afferma uno studio multicentrico, coordinato da Enrico Scala (Istituto Dermopatico dell’Immacolata – IDI, Roma) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano – Milano). Tra i pazienti Covid ospedalizzati, infatti, i soggetti allergici sviluppano una forma meno grave dell’infezione. La ricerca è stato pubblicata su Allergy, la rivista scientifica dell’Accademia Europea di Allergologia e Immunologia.

    “L’infezione da Sars-Cov-2 – spiega una nota – può indurre un ampio spettro di conseguenze che vanno dall’infezione asintomatica a forme di polmonite estremamente gravi. In alcuni casi viene indotta una cosiddetta ‘tempesta citochinica Th1’, cui segue una vera e propria autoaggressione del sistema immunitario, con produzione di elevatissimi livelli, tra gli altri, di IL-6, in grado di generare una sindrome da distress respiratorio acuto (Ards) ed una insufficienza multiorgano, il cui risultato finale è la morte”.

    “I pazienti allergici sono geneticamente predisposti a generare una risposta immuno-mediata di tipo differente: Th2. Questa risposta non implica l’espressione delle principali citochine coinvolte nell’Ards. Abbiamo pertanto ipotizzato – spiegano i ricercatori – che i pazienti allergici fossero meno inclini all’infezione da Sars-CoV-2 o potessero avere un’infezione meno grave”.

    “Abbiamo perciò studiato retrospettivamente più di 500 pazienti ricoverati tra marzo e aprile scorso nei principali ospedali del Nord Italia – prosegue la nota – dimostrando che, effettivamente, i soggetti atopici avevano un’incidenza significativamente minore di polmonite grave o molto grave indotta da Sars-CoV-2 (33,3% vs 67,7% nei pazienti non allergici)”.

    “L’evidenza clinica rende pertanto verosimile la nostra ipotesi iniziale, suggerendo che la predisposizione a una risposta immunitaria Th2 potrebbe aiutare a evitare la tempesta citochinica osservata nei casi più gravi di Covid-19”, concludono i ricercatori.

    Lo studio è stata realizzato dai clinici dell’Idi Irccs Enrico Scala, Damiano Abeni, Mauro Giani e Antonio Sgadari, in collaborazione con Alberto Tedeschi e Francesca Saltalamacchia (Ospedale Bolognini Asst, Bergamo), Giuseppina Manzotti (Casa di cura Palazzolo, Bergamo), Baoran Yang (Asst Carlo Poma, Mantova), Paolo Borrelli (Ospedale Beauregard, Aosta), Alessandro Marra (Asst Rhodense – Presidio ospedaliero Rho, Milano) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano, Milano).

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