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    Coppia albanese uccisa a Firenze, svolta nel giallo dei resti ritrovati nelle valigie: fermata una donna, è l’ex fidanzata del figlio

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 22 Dic. 2020 alle 08:25 Aggiornato il 22 Dic. 2020 alle 08:36

    Coppia di albanesi uccisi a Firenze: fermata l’ex fidanzata del figlio

    Svolta nel giallo della coppia di albanesi uccisi a Firenze e i cui resti sono ritrovati in alcune valigie: la polizia, infatti, ha fermato l’ex fidanzata del figlio delle vittime.

    La donna, Elona K, ha 36 anni ed è di nazionalità albanese e, a quanto si apprende, fino a qualche anno fa conviveva con Taulant Pasho, il figlio della coppia. Ora è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri di Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni, scomparsi nel 2015 quando erano arrivati a Firenze in occasione della scarcerazione del figlio Taulant, detenuto per spaccio di droga.

    Proprio il figlio della coppia, Taulant Pasho, pochi giorni fa era stato rintracciato dai carabinieri di Firenze, in collaborazione con l’Interpol, i quali avevano scoperto che il ragazzo era detenuto in un istituto penitenziario nel Cantone di Aargau (Argovia) dal 16 ottobre di quest’anno con l’accusa di furto con scasso e violazione di domicilio.

    Il ragazzo, che all’età di 28 anni era stato arrestato e detenuto nel carcere di Sollicciano, dove sono stati poi ritrovati i resti dei suoi genitori, era stato scarcerato il 2 novembre 2015, lo stesso giorno della sparizione della coppia di albanesi.

    Chi sono le vittime

    I corpi di Shpetim e Teuta Pasho, rispettivamente 54 e 52 anni all’epoca della sparizione, sono stati trovati nell’arco della settimana all’interno di quattro valigie in un campo che costeggia la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, nelle immediate vicinanze del carcere di Sollicciano.

    Secondo i medici legali, i corpi sono rimasti nelle valigie e in quei campi per mesi, forse addirittura da anni, coperti da erbacce e fango.

    I resti dell’uomo, che erano saponificati per la mancanza di ossigeno, sono stati identificati grazie al tatuaggio inciso sull’avambraccio: un disegno che riproduce un’ancora con sotto il nome di una città albanese, ‘Vlore’, che in lingua albanese significa Valona, seguita dalla scritta ‘shp’, le prime tre lettere del suo nome. Per la donna non c’è ancora la conferma scientifica, ma i dubbi che non sia lei sono pochi.

    La coppia, oltre a Taulant Pasho ha due figlie, Dorina e Viktoria, che ieri sono state ascoltate per tutto il giorno da carabinieri e pm come persone informate sui fatti. È stata probabilmente Dorina, che vive a Castelfiorentino, a denunciare la scomparsa dei genitori, l’8 novembre del 2015, precisando che non li vedeva da almeno sei giorni, ovvero dal 2 novembre.

    Per gli inquirenti, oltre all’ipotesi di dissidi familiari, resta aperta anche quella del regolamento di conti tra bande rivali, magari per una partita di droga non pagata.

    Notizia in aggiornamento

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