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    Conte comprò le mascherine per Palazzo Chigi due settimane prima di quelle per medici e infermieri

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 13 Apr. 2020 alle 10:21 Aggiornato il 13 Apr. 2020 alle 10:37

    Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a fine gennaio, dopo avere dichiarato l’emergenza sanitaria nazionale, ha fatto quel che c’era da fare: cercare approvvigionamenti di materiale sanitario per proteggersi dal coronavirus (mascherine, guanti, gel, camici e bombole di ossigeno). Solo che – secondo quanto riporta Il Tempo – prima di pensare ai cittadini italiani, avrebbe pensato a se stesso e ai suoi collaboratori.

    A febbraio, circa due settimane prima che il governo chiedesse a Consip di cercare di fare la stessa cosa per tutti gli altri italiani, sono iniziati con successo gli acquisti di Palazzo Chigi per proteggere Conte e chi lavorava con lui. Secondo quanto riporta il quotidiano romano in un articolo a firma di Franco Bechis, con lettera del 26 febbraio scorso il Governo ha acquisito la disponibilità da parte di un’azienda veneta di consegnare entro cinque giorni a trattativa diretta “500 mascherine APVR FFP3”, al prezzo di 7,98 euro cadauna, consegnate secondo programma dalla Kit ufficio di Scorzè (Ve). Alla stessa data e con gli identici tempi di consegna (cinque giorni) sono state trovate anche 10 mila mascherine chirurgiche a un ottimo prezzo (0,20 euro l’una) assicurato da un’azienda del bergamasco, la Mediberg di Calcinate.

    Quindi – secondo quanto ricostruito – ai primi di marzo palazzo Chigi aveva tutte le prime protezioni necessarie, e a quel punto ha potuto pensare anche agli altri italiani, chiedendo a Consip di fare una gara che è stata più o meno disastrosa, visto che una serie di lotti sono stati revocati e secondo il commissario agli approvvigionamenti sanitari, Domenico Arcuri almeno la metà dei quantitativi ordinati arriverà quando il coronavirus se ne sarà andato dall’Italia.

    Inoltre, l’azienda bergamasca Mediberg nell’ultima settimana di marzo ha integrato l’ordine già eseguito a inizio mese con ulteriori 32.400 mascherine chirurgiche sempre al prezzo di 0,20 euro l’una. La stessa azienda a metà marzo aveva consegnato a palazzo Chigi altre 1.800 mascherine chirurgiche da 0,20 e pure 900 “camici visitatore non chirurgico” al prezzo di 0,80 euro l’uno. Il 10 marzo sono arrivati invece da un’azienda del foggiano – la Cerichem Biopharm di Cerignola – 270 taniche da cinque litri l’una di gel disinfettante al prezzo di 16,50 euro per tanica, e al prezzo di 3 euro l’uno altri 50 “flaconi di sapone antibatterico da 500 ml con dosatore” e 130 “flaconi di gel disinfettante da 500 ml con dosatore”.

    Spesa finita? No, affatto. Il 3 marzo a Palazzo Chigi una ditta di Pomezia, la Cipriani Utensiltecnica, ha consegnato 310 confezioni da 100 pezzi l’una di “guanti monouso in nitrile” per un prezzo complessivo di 1.500 euro. Pochi giorno dopo un’altra ditta, la Alse medica di Roma, ha consegnato 330 “camici in TNT idrorepellente con rinforzo” al prezzo di 1.120 euro complessivi. Il primo aprile è arrivato da altri due fornitori non meglio specificato “materiale sanitario” per un totale di 7 mila euro.

    Nel caso di Conte si è pensato perfino al peggio: l’ufficio medico chiamato ad assisterlo in caso di problemi, è stato dotato di ogni strumento utile ad affrontare anche l’ipotesi della infezione del premier. Con grandissima previdenza fin dall’inizio della emergenza sanitaria dichiarata sono state ordinate per l’ufficio medico di Conte “4 bombole da litri 14, più n.7 bombole da litri 2 per fornitura di ossigeno terapia”.

    E poi 9 mila euro extra di farmaci che non vengono dettagliati nell’ordine e 2.500 euro per un “frigorifero per la conservazione di farmaci e vaccini”. Con altri 8 mila euro comperati pure “n.2 defibrillatori semiautomatici DAE”, che hanno reso necessaria la stipula di un contratto con la Stryker Italia srl per la loro manutenzione (per 1.300 euro più Iva).

    Contratto analogo stipulato poi con la Mortara Instruments per la manutenzione di “n. 1 elettrocardiografo Mortara Eli 230 e n.1 elettrocardiografo modello Cardiette AR 2100 ADV per garantire il funzionamento ordinario dell’attività del servizio di primo soccorso”.

    Insomma, una bella e piena lista della spesa. Il tutto mentre milioni di italiani faticavano (e in alcuni casi faticano ancora) a trovare delle semplici mascherine.

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