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    Concorsi truccati all’Università di Catania, sospeso il rettore e 9 professori

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 28 Giu. 2019 alle 12:42 Aggiornato il 28 Giu. 2019 alle 12:46

    Concorsi truccati | Università di Catania | Rettore sospeso | Professori sospesi | Nomi

    CONCORSI TRUCCATI UNIVERSITÀ CATANIA – Concorsi truccati all’Università di Catania. Il rettore di Francesco Basile e altri 9 professori sono stati sospesi dal servizio dal gip e risultano indagati per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta, denominata ‘Università bandita’, coordinata dalla Procura etnea e nata da indagini della Digos.

    Al centro ci sono 27 concorsi e sono complessivamente 40 i professori indagati degli atenei di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.

    Concorsi truccati Università Catania | 40 professori indagati per l’assegnazione di 27 posti

    L’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio emessa dal Gip di Catania, su richiesta della locale Procura distrettuale, è stata eseguita da personale della polizia di Stato. I 9 docenti destinatari del provvedimento sono professori con posizioni apicali all’interno dei Dipartimenti dell’università di Catania.

    La polizia di Stato ha eseguito 41 perquisizioni nei confronti dei 40 professori indagati.

    Nel dettaglio i 27 concorsi dell’inchiesta ‘Università Bandita’ riguardano l’assegnazione di 17 posti per professore ordinario, quattro per professore associato e sei per ricercatore.

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    Dall’operazione è emerso un vero e proprio “codice di comportamento sommerso” operante in ambito universitario secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati.

    Le indagini hanno accertato come nessuno spazio doveva essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo poteva essere presentato contro le decisioni degli organi statutari.

    Secondo quanto accertato, inoltre, le regole del codice avevano un preciso apparato sanzionatorio e le violazioni erano punite con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico.

    Concorsi truccati Università Catania | Il rettore e 9 docenti sospesi: i nomi

    Tra gli indagati dell’operazione ‘Università bandita’ c’è anche l’ex rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro: anche per lui è stata disposta la sospensione dal servizio.

    Gli altri nomi: il prorettore Giancarlo Magnano di San Lio; l’ex direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Giuseppe Barone; il direttore del Dipartimento di Economia e Impresa Michela Maria Bernadetta Cavallaro; il direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche Filippo Drago; il direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica Giovanni Gallo; il direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali Carmelo Giovanni Monaco; il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Roberto Pennisi; il presidente del coordinamento della Facoltà di Medicina Giuseppe Sessa.

    Concorsi truccati Università Catania | Il procuratore Zuccaro: “Un sistema squallido”

    L’operazione è stata illustrata durante una conferenza stampa alla quale ha preso parte il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro. “Un sistema squallido. Provo molta tristezza”, sono state le sue parole.

    “L’indagine – ha spiegato Zuccaro – ha consentito di svelare un sistema di nefandezze che purtroppo macchia in maniera veramente pesante il nostro Ateneo perché coinvolge tutti i personaggi di maggiore responsabilità al suo interno”.

    “Abbiamo accertato che questo sistema, che vedeva al vertice il precedente rettore e il rettore attuale ha inquinato il sistema di votazione all’interno dell’Ateneo per la nomina del rettore e per la nomina degli organi più importanti. A cascata questo sistema si è perpetuato per condizionare numerosi concorsi di tutti i dipartimenti”.

    “Un sistema – ha poi concluso il procuratore – che non esito a definire squallido perché le persone che vengono proposte non sono le più meritevoli per aggiudicarsi il titolo. Quando qualcuno ha il coraggio di proporsi come candidato per questo posto nonostante il capo del dipartimento abbia deciso che non sia venuto il suo momento, queste persone vengono fatte oggetto di critiche pesanti, addirittura di ritorsioni da parte del capo del dipartimento”.

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