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    Chiude il benzinaio più caro d’Italia: Ip ritira la licenza e porta il gestore in tribunale. “Tutte falsità”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 20 Apr. 2023 alle 14:48

    Chiude il benzinaio più caro d’Italia: Ip ritira la licenza e porta il gestore in tribunale. “Tutte falsità”

    Era stato ribattezzato il benzinaio più caro d’Italia. Adesso il distributore del centro di Trani, dove per sua stessa ammissione neanche il gestore faceva benzina, è stato chiuso dalla Ip. La compagnia ha scelto di revocare la licenza ai fratelli che lo gestivano e di portarli in tribunale. Il motivo sono le interviste rilasciate alla stampa locale da uno dei due fratelli Centrone, diffuse negli ultimi giorni sui social, in cui il benzinaio si diceva dispiaciuto per i prezzi praticati dal suo stesso distributore,

    ammettendo di non farvi benzina neanche lui. “Il prezzo viene stabilito dalla compagnia, il mio guadagno è sempre di 3 centesimi: può anche aumentare a 50 euro euro il litro, il mio guadagno è sempre quello”, aveva detto Alfonso Centrone, sostenendo di non essere mai riuscito a mettersi in contatto con la compagnia per abbassare il prezzo del carburante al suo distributore, arrivati a 2,34 euro al litro per la benzina e a 2,44 euro per il diesel.

    La compagnia ha scelto di annullare il contratto stipulato con i fratelli Centrone e di citarli in tribunale per danni d’immagine e presunta violazione degli accordi che obbligano i gestori ad acquistare carburante dalla società.

    Secondo Ip, le affermazioni di Centrone sono “smentite dai fatti”. in una nota la compagnia ha sottolineato che al gestore “venivano regolarmente riconosciuti i margini di gestione così come previsti dall’accordo sindacale vigente” e non i 3 centesimi al litro dichiarati da Centrone, a cui spettava “determinare il prezzo praticato al pubblico”. “Nel caso di specie”, ha aggiunto Ip, dal 2019 il benzinaio “ha deciso di non attuare le azioni promozionali previste dal precitato accordo sindacale ovvero quelle proposte da Ip”. La compagnia ha poi spiegato di aver presentato il ricorso perché il gestore si è reso “reiteratamente inadempiente con riferimento ai più basilari obblighi contrattuali”.

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