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    Caso “Centro stupri”, alla fine il primo a pagare è il locale: Kursaal chiuso per 2 settimane

    Di Selvaggia Lucarelli
    Pubblicato il 25 Giu. 2020 alle 13:30 Aggiornato il 25 Giu. 2020 alle 15:27

    Caso “Centro stupri”, chiuso il Kursaal di Udine. Il gestore: “Amareggiati”

    Alla fine, il primo a pagare per una bravata andata avanti per settimane è Riccardo Badolato, proprietario della discoteca Kursaal. Gli è stata infatti notificata oggi un’ordinanza di chiusura di due settimane per quella targhetta “Centro stupri” sul tavolo dei ragazzi di Udine che erano lì a trascorrere il sabato sera (l’articolo 100 del Testo unico delle Leggi di pubblica sicurezza prevede che il Questore possa momentaneamente sospendere la licenza dell’esercizio pubblico se costituisce un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità e il buon costume).

    Badolato, dispiaciuto per l’accaduto, aveva spiegato fin da subito che quella prenotazione era stata accolta da un cameriere addetto alla prenotazione dei tavoli privati e che non solo non ne sapeva nulla, ma, appreso il fatto dalla stampa, aveva provveduto a cercare il responsabile e a rimproverarlo senza sconti, oltre che a cercare di ricostruire la dinamica dei fatti.

    “I ragazzi erano molti e alcuni di questi accompagnati dalle fidanzate. C’erano 8 ragazze a quel tavolo. Come si poteva immaginare una cosa del genere? Sono rimasto chiuso per il Covid tre mesi, ora mi fanno chiudere per due settimane. Sono amareggiato”, dichiara oggi. Aspettiamo di vedere se anche al ristorante Jonny Luanie, in cui i ragazzi hanno indossato le t-shirt centro stupri, toccherà la stessa sorte.

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