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    Caso Consip, ex ministro Lotti rinviato a giudizio per favoreggiamento: in cinque a processo

    L'ex ministro Luca Lotti

    Il procedimento è legato al filone di indagine sulla fuga di notizie sul fascicolo che era stato avviato dai pm di Napoli sul maxi appalto Consip

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 3 Ott. 2019 alle 15:55 Aggiornato il 3 Ott. 2019 alle 16:31

    Caso Consip, ex ministro Lotti rinviato a giudizio: in cinque a processo

    Il gup di Roma ha rinviato a giudizio cinque persone nell’ambito dell’indagine sul caso Consip. A processo, tra gli altri, l’ex ministro Luca Lotti per favoreggiamento e l’ex comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette per rivelazione del segreto di ufficio. Prosciolto dalle accuse l’ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto, ma la procura di Roma ha già fatto sapere che impugnerà la sentenza.

    Il processo su Consip inizierà il prossimo 15 gennaio davanti alla seconda sezione. A processo andranno anche l’imprenditore Carlo Russo per millantato credito, Filippo Vannoni per favoreggiamento e il generale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia per favoreggiamento.

    Il procedimento è legato al filone di indagine relativo alla fuga di notizie sul fascicolo che era stato avviato dai pm di Napoli sul maxi appalto Consip.

    Lotti rinviato a giudizio. “Trattato come un mostro”

    Lotti era stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre del 2016, dopo che l’ad di Consip Luigi Marroni aveva ammesso di aver saputo dall’allora ministro dell’indagine in corso sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione.

    “Oggi, 3 ottobre 2019, il giudice per le udienze preliminari ha deciso che dovrà esserci un processo per accertare definitivamente la verità dei fatti. Il reato di cui devo rispondere è favoreggiamento di un ‘non indagato'”, ha dichiarato Lotti. “Come ho fatto finora, affronterò tutto questo a testa alta. Ero e resto convinto che i processi si fanno nelle aule dei Tribunali e non sui giornali. Dimostrerò in quelle sedi la mia innocenza”, ha aggiunto.

    “In questo lungo periodo – ha scritto poco dopo l’ex sottosegretario di Matteo Renzi – il mio nome legato all’inchiesta Consip è stato tirato in ballo in oltre 2600 articoli sui giornali italiani. E a questi vanno aggiunti migliaia di lanci d’agenzie e un numero incalcolabile di servizi televisivi”. “Ma da parte mia, sia chiaro – conclude – non c’è rabbia o rancore per nessuno, neanche verso chi si è divertito a sbattere il mostro in prima pagina senza assumersi nessuna responsabilità”.

    Caso Consip, Scafarto prosciolto ma la Procura impugnerà la sentenza

    Scafarto, oggi prosciolto, era accusato di rivelazione del segreto, falso e depistaggio. L’ex carabiniere del Noe era indicato come l’uomo che aveva “truccato e depistato” l’inchiesta per “incastrare” Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier. Accusa, quest’ultima, caduta anche per il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa anch’egli prosciolto.

    Scafarto ha commentato la notizia all’uscita dal Tribunale manifestando tutto il proprio sollievo. “Sono contentissimo, perché c’è finalmente la parola fine su questa vicenda. Oggi è un giorno bellissimo”, ha detto. “Sin dal principio mi sono dichiarato estraneo a questa vicenda. Non guardo dietro, ma solo avanti”, ha concluso.

    La Procura di Roma ha fatto sapere che impugnerà alla Corte d’Appello la sentenza con cui il gup di Roma, Clementina Forleo, ha prosciolto dalle accuse l’ex maggiore del Noe, Gian Paolo Scafarto, e il colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa. È quanto si apprende da fonti giudiziarie.

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