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    Sea Watch, si è concluso l’interrogatorio della capitana Carola. Domani la decisione sulla convalida dell’arresto

    L'arresto di Carola Rackete
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 1 Lug. 2019 alle 09:05 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:29

    Carola Sea Watch | Interrogatorio | Sea Watch 3 ultima ora | Caso Sea watch riassunto | Lampedusa

    Carola Sea Watch – Dovrà trascorrere un’altra notte agli arresti domiciliari in un’abitazione privata di Agrigento Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, che oggi è stata interrogata dal gip di Agrigento, che doveva pronunciarsi sulla convalida dell’arresto della capitana della Sea Watch 3.

    Il gip, infatti, ha deciso di rinviare la decisione a domani.

    Nel frattempo, Matteo Salvini, pochi minuti dopo la fine dell’interrogatorio, ha dichiarato che “la ricca fuorilegge tedesca sarà comunque espulsa”

    Carola Rackete è partita per l’interrogatorio nella mattina del 1 luglio da Lampedusa diretta ad Agrigento, accompagnata da una motovedetta della Gdf. [Chi è Carola Rackete]

    Alle 15.30 in tribunale è iniziato l’interrogatorio nel corso dell’udienza di convalida del suo arresto, che si è concluso tre ore più tardi, alle 18.30 circa.

    Durante il faccia a faccia con il procuratore, la capitana della Sea Watch 3 ha ribadito che non voleva colpire la motovedetta della Guardia di finanza durante la manovra di attracco della Sea Watch.

    “Credevo che la motovedetta si spostasse, non volevo colpirli” ha dichiarato Carola Rackete.

    Al termine dell’interrogatorio, il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio ha dichiarato che: “L’udienza di convalida dell’arresto di Carola Rackete si è svolta in un clima sereno”.

    Sulla manovra della comandante della Sea Watch, inoltre, Patronaggio ha affermato che “non c’era necessità di forzare poiché la Sea Watch aveva ricevuto nei giorni precedenti assistenza medica”.

    Secondo il procuratore, invece, “l’impatto con la motovedetta della Gdf è stato “voluto”.

    Sulla richiesta di divieto di dimora nella provincia di Agrigento richiesta dalla procura, Patronaggio ha detto che si tratta di una “misura adeguata” rimettendo comunque la decisione al gip per le sue “autonome e imparziali valutazioni”.

    I reati contestati sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate. I pm chiedono solo il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Una mossa che apre la strada per il decreto di espulsione dall’Italia già annunciato dal Viminale.

    Intanto, fuori dal tribunale è stato appeso uno striscione di solidarietà nei confronti della comandante con su scritto: “Standing by your side Carola (siamo al tuo fianco Carola)”.

    Carola Sea Watch | Arresti domiciliari

    Carola ha già trascorso la giornata di domenica agli arresti domiciliari.

    Di fronte al giudice, l’attivista di Sea Watch, assistita dall’avvocato Alessandro Gamberini, era chiamata a chiarire i motivi dello sbarco di venerdì notte nel porto di Lampedusa. La manovra stava per costare caro ai 5 membri dell’equipaggio della motovedetta della guardia di finanza, che stava proteggendo la banchina dall’attracco non autorizzato.

    Carola Sea Watch | Le difese della Germania

    Sul giornale tedesco Hannoverische Allgemeine, il padre della capitana ha riferito che “Carola ha sfidato il vicepremier Matteo Salvini causando un casus belli internazionale, ma dalla nonnina che la tiene in casa a Lampedusa si lascia tranquillizzare”.

    Certo Carola è molto provata per quanto accaduto: “Provata da ciò che c’è stato prima, cioè dai 15 giorni in mare, e dalla difficoltà estrema della situazione che si è trovata a governare poi, ma allo stesso tempo molto forte e lucida nel rivendicare le sue scelte”, ha detto il padre della 31enne tedesca.

    Più volte, dopo l’arresto, Carola ha domandato come stessero i 40 migranti sbarcati dalla nave, informandosi su quali fossero le loro condizioni, ha riferito uno dei legali di Sea Watch.

    Carola ha chiesto scusa. Ma, a giudicare da quanto anticipato dalla portavoce della ong tedesca, Giorgia Linardi, si intende allargare la colpa anche alle Fiamme Gialle.

    “Carola ha effettuato le proprie manovre molto lentamente. Ed è un fatto che l’unità della Guardia di finanza ha deciso di infilarsi nello spazio, già ridotto tra la nave e la banchina quando la Sea Watch stava già attraccando”, ha puntualizzato la portavoce Linardi.

    Intanto, il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero nel primo pomeriggio ha ricevuto una telefonata dal suo collega tedesco Heiko Maas in merito alla vicenda di Carola Rackete.

    Moavero ha spiegato che la posizione della capitana della Sea Watch 3 è al vaglio della magistratura, organo totalmente indipendente dal Governo.

    I due sono rimasti d’accordo di risentirsi.

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