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    Bollettino Covid, accolta la richiesta delle Regioni: esclusi dal conteggio dei ricoveri gli asintomatici

    Credit: Ansa foto
    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 14 Gen. 2022 alle 10:11 Aggiornato il 14 Gen. 2022 alle 10:50

    L’Ansa rende noto che è stato raggiunto un compromesso tra Regioni e Istituto superiore di sanità riguardo la revisione del bollettino Covid quotidiano. La modifica riguarda i pazienti positivi al virus ma asintomatici che vengono ricoverati in ospedale per cause diverse dal Covid. Questi, pur resteranno ‘casi’ Covid, non saranno conteggiati tra i ricoveri dell’Area Medica Covid. La revisione è prevista dalla nuova circolare del ministero della Salute, che accoglie le richieste delle Regioni in tal senso.

    In questi giorni le Regioni avevano chiesto di modificare il bollettino quotidiano distinguendo tra positivi sintomatici e asintomatici. E anche tra contagiati ricoverati con sintomi Covid e degenti positivi ma in cura per disturbi diversi. L’Istituto superiore di sanità non era però d’accordo.

    A spingere le Regioni in questa direzione è l’andamento della pandemia, che corre. Tanti i contagi, tante le persone in quarantena e tante le assenze dai luoghi di lavoro. Con la conseguenza che le regole si fanno via via più stringenti. Da lunedì, infatti, tre regioni potrebbero passare in zona arancione. Sono Calabria, Piemonte e Sicilia. Ma altre dieci non sono lontane dai numeri che impongono il passaggio di colore.

    L’Iss aveva chiarito che “la definizione di caso deve includere tutti i positivi, non solo chi ha sintomi respiratori, febbre elevata, alterazione del gusto e dell’olfatto. La sintomatologia – aggiunge – è variegata e in evoluzione per via delle varianti. L’infezione spesso per i vaccinati è asintomatica, ma non sorvegliandola si limiterebbe la nostra capacità di identificare le varianti emergenti, le loro caratteristiche, e non potremmo conoscere lo stato clinico che consegue all’infezione per età, stato vaccinale, comorbidità della popolazione. Inoltre non renderebbe possibile monitorare la circolazione del virus nel tempo e, di conseguenza, prevedere i rischi di un impatto peggiorativo sulla capacità di mantenere adeguati livelli di assistenza anche per patologie diverse”.

    La risposta quindi era no. Anche perché occorre uniformarsi agli standard europei e l’Ecdc (organismo europeo di controllo delle malattie) non ha cambiato la definizione di caso utilizzata per la sorveglianza delle infezioni da Covid.

    Il compromesso

    Per Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, “il bollettino quotidiano deve rimanere, ma abbiamo bisogno di informazioni più accurate, con maggior dettaglio. Il positivo non è un malato. Distinguerli sarà il trend, ma forse farlo oggi è ancora presto. Diamo maggiori indicazioni sulla durata media dei ricoveri. In modo che la loro interpretazione ci aiuti a capire meglio l’andamento della pandemia, senza creare ansia. Concentrarsi esclusivamente sul numero dei casi positivi non è esaustivo”.

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