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    Sciopero dei benzinai, fallisce la mediazione in extremis del governo: “Ora è troppo tardi”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 24 Gen. 2023 alle 19:01

    Il tentativo in extremis del governo per scongiurare lo sciopero dei benzinai è fallito: nonostante il ministro delle Imprese Adolfo Urso abbia convocato le tre sigle sindacali Faib, Fegica e Figisc per venire incontro alle richieste dei commercianti di carburante, quanto proposto dall’esecutivo è stato giudicato “troppo poco”, oltre ad essere arrivato “troppo tardi”.

    E così dalle 19 di questa sera (le 22 sulla rete autostradale) pompe chiuse anche al self service. La categoria protesta contro il “decreto Trasparenza” arrivato in seguito all’aumento del prezzo dei carburanti dopo il mancato rinnovo del taglio delle accise deciso dal governo Meloni in Manovra.

    In particolare, il provvedimento dispone che gli esercenti espongano un tabellone con il prezzo medio giornaliero della benzina accanto a quello della specifica pompa. La Faib Confesercenti, rappresentata alla commissione Attività produttive della Camera dal presidente Giuseppe Sperduto, chiedeva che venisse sostituito con un QR-Code o un App o con dispositivi luminosi a distanza “in modo da sgravare i benzinai già oggi oberati da obblighi di comunicazioni”.

    Le sigle sindacali hanno rigettato le accuse di speculazioni sul prezzo indicando come gli aumenti siano dovuti esclusivamente al rientro delle accise nel totale.

    Gli impianti di rifornimento carburanti rimarranno chiusi per 48 ore consecutive, dalle ore 19.00 del 24 alle ore 19.00 del 26 gennaio sulla rete ordinaria e dalle ore 22.00 del 24 alle ore 22.00 del 26 gennaio sulla viabilità autostradale.

    Protestano i consumatori: per Assoutenti si tratta di “uno sciopero voluto e ordinato dalle compagnie petrolifere, vere protagoniste della battaglia contro la trasparenza sui prezzi dei carburanti”.

    E il Codacons denuncia: “In occasione dello sciopero dei benzinai i prezzi dei carburanti stanno registrando rialzi su tutta la rete, una circostanza che potrebbe rappresentare l’ennesima speculazione a danno degli automobilisti”.

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