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    Aborto farmacologico, Michela Murgia demolisce in diretta la governatrice leghista dell’Umbria Tesei

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 18 Giu. 2020 alle 08:45 Aggiornato il 18 Giu. 2020 alle 08:47

    Aborto farmacologico in Umbria, Michela Murgia demolisce Tesei in diretta

    Non accennano a placarsi le polemiche sulla decisione dell’Umbria di cancellare la possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico in day hospital, obbligando le donne al ricovero per tre giorni: l’ultima a parlarne, in ordine di tempo, è stata Michela Murgia che durante il Tg Zero su Radio Capital ha attaccato in diretta la governatrice leghista Donatella Tesei, collegata telefonicamente.

    La presidente dell’Umbria, incalzata sulle polemiche generate dalla delibera della Giunta regionale dell’11 giugno, ha dichiarato che si è trattato di una scelta “per tutelare la salute della donna, perché comunque un’interruzione di gravidanza presenta dei rischi e la salute va tutelata prima e al di sopra di tutto”. A quel punto, Murgia ha chiesto a Tesei se ci sono evidenze “di donne che sono state male o che sono morte a casa perché non facevano il ricovero”. La governatrice ha detto di no, ma ha sottolineato che è una legge nazionale a chiedere il ricovero di tre giorni in caso di ricorso alla pillola abortiva. “E’ solo un consiglio – è intervenuta allora la conduttrice – mentre la Società di Ostetricia e Ginecologia consiglia il day hospital. Perché avete pensato che possa essere più tutelata la salute se mi avete detto che non ci sono evidenze del fatto che la donna corra più rischi a casa?”.

    Murgia ha continuato a elencare i motivi per cui sarebbe meglio ripristinare anche in Umbria la possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico in day hospital: “Ci sono situazioni – ha detto – in cui tre giorni di ricovero non sono possibili per prendere la pillola abortiva: ragazze rimaste incinte che non vogliono dirlo ai genitori, situazioni in cui il partner interferisce. Questa delibera limita la libertà di scelta delle donne. Lei crede che una donna non sia in grado di autodeterminarsi e di tutelare la propria salute in autonomia?”.

    La discussione tra la conduttrice e la governatrice dell’Umbria è andata così avanti, con la prima che riportava le dichiarazioni degli specialisti e la seconda che invece giustificava l’azione della Regione sottolineando che la delibera è in linea con la legge nazionale. Ciò che è certo è che da ormai tre giorni, sui social e nei programmi radiotelevisivi non si fa che parlare d’altro: la procedura di somministrazione di Ru486 può essere fatta in day hospital o è meglio, come ha stabilito l’Umbria, un ricovero di tre giorni? Nel frattempo, il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto un nuovo parere sulla questione al Consiglio superiore di sanità.

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