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Tempo di bilanci: i settori più colpiti dal Covid in Italia

Di Redazione TPI
Pubblicato il 23 Feb. 2021 alle 12:58 Aggiornato il 23 Feb. 2021 alle 13:00

Ad un anno dallo scoppio in Italia dell’epidemia che ha sconvolto tutto il mondo, è arrivato il momento di fare un bilancio. I settori colpiti duramente dal Covid sono stati diversi e possiamo dire che solo poche realtà sono riuscite a superare la crisi senza grandi perdite. Ci sono tuttavia delle attività che ne hanno risentito senz’altro più di altre, perché costrette a chiusure forzate per lunghi periodi di tempo. Attività che ancora oggi si vedono negata la possibilità di riaprire al pubblico e che potrebbero pagare davvero caro il prezzo della pandemia.

Vediamo quali sono i settori più colpiti dal Covid in Italia: quelli che faranno probabilmente più fatica a rialzarsi dopo questo anno interminabile.

Il settore del gioco: sale slot e casinò puntano sul web

Il settore del gioco d’azzardo è forse uno di quelli che ha risentito maggiormente della crisi sanitaria nel nostro Paese ed era inevitabile considerati i provvedimenti presi per contenere il rischio di contagio. Le sale slot ed i casino italiani sono stati costretti a rimanere chiusi al pubblico per lunghi, lunghissimi periodi di tempo: l’unica finestra favorevole è stata in estate, dopodiché tutto è peggiorato nuovamente. Ancora oggi queste attività non possono aprire al pubblico, il che determina perdite di fatturato davvero considerevoli. Il settore è riuscito da un lato a salvarsi puntando tutto sul web: i online hanno lavorato molto nell’ultimo anno, registrando un vero e proprio boom. Sono stati proposti nuovi bonus di benvenuto e create piattaforme ad hoc, ma se nel web tutto sembra andare a gonfie vele, lo stesso purtroppo non si può dire dei casinò fisici, costretti ancora a rimanere fermi.

Turismo: un settore ormai in ginocchio

Un settore che di certo ha pagato un caro prezzo per via dell’epidemia di Covid è stato anche quello del turismo, intorno al quale ruotano moltissime attività differenti. Si è dunque innescata una reazione a catena, che ha coinvolto diversi soggetti: dalle agenzie di viaggio ai ristoratori, dagli hotel ai vari impianti turistici. In estate la situazione sembrava essere migliorata e anche gli operatori del settore hanno potuto tirare un sospiro di sollievo, ma è durata poco perché con l’autunno e l’arrivo della seconda ondata di Covid le restrizioni sono aumentate. L’ultimo colpo inferto al turismo è arrivato con la conferma della chiusura degli impianti sciistici, che avrà conseguenze devastanti.

Ristorazione e settore alberghiero

Il settore alberghiero e quello della ristorazione non sono di certo scampati alla crisi dell’ultimo anno, nonostante le aperture a singhiozzo abbiano consentito a diverse attività di evitare una chiusura permanente. Purtroppo però è tutto collegato anche in questo caso: se le persone escono meno di casa ed il turismo è ormai ridotto a zero, non ci si possono attendere grandi fatturati nel settore della ristorazione e men che meno in quello alberghiero. Si punta tutto sul delivery oggi: l’asporto e le consegne a domicilio hanno permesso di continuare a lavorare, ma non sono più sufficienti per tenere in piedi un’attività e pagare i dipendenti.

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