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Fine del Ramadan 2020: quando finisce e la preghiera

Di Marco Nepi
Pubblicato il 22 Mag. 2020 alle 16:35 Aggiornato il 22 Mag. 2020 alle 16:39

Fine del Ramadan 2020: quando finisce e la preghiera

RAMADAN 2020 FINE – Quando finisce il Ramadan 2020? La risposta è sabato 23 maggio. Sì, esatto: domani sarà l’ultimo giorno del rito islamico che come sempre si chiuderà con una preghiera collettiva. Preghiera che però, vista le restrizioni per il Coronavirus, in gran parte dell’Europa si terrà sul piano “virtuale” delle piattaforme di videoconferenza web. Per quanto riguarda l’Italia sono previsti collegamenti con la moschea di Roma per l’ascolto del sermone dei vertici nazionali delle comunità islamiche italiane.

I 2.6 milioni di fedeli musulmani in Italia sono quindi pronti a festeggiare la chiusura del mese più sacro dell’anno in cui si sono astenuti dal bere e dal mangiare dall’alba al tramonto. Un Ramadan particolare vista la pandemia globale di Coronavirus che ha limitato spostamenti e complicato la vita a gran parte del pianeta. Malattia che ha costretto anche le comunità religiose a rivedere tradizioni e riti alla luce delle misure di distanziamento sociale e di gestione del contagio imposte dai governi.

Le parole dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia

“Cari fedeli musulmani, di cuore vi porgo i migliori auguri per la festa della fine del mese del digiuno di Ramadan”. Queste le parole dell’arcivescovo Cesare Nosiglia ai torinesi di fede islamica che sabato festeggiano Id al-fitr, la fine del mese di Ramadan 2020. “Quest’anno – riflette Nosiglia – le religioni cristiana, ebraica e musulmana, nel rispetto dei consigli degli scienziati e delle prudenti norme delle autorità del Governo italiano, il cui scopo è di limitare la diffusione del coronavirus, non hanno potuto celebrare le rispettive feste della Pasqua, di Pesah e del ‘Id al-fitr, molto ravvicinate nel tempo per una singolare coincidenza. Sentiamo il profondo dispiacere di non poter esprimere la dimensione comunitaria della fede, che rafforza la fede personale in Dio, la gioia della Sua presenza nella nostre vite e la volontà di servirlo e testimoniarlo con opere giuste e buone davanti agli uomini”.

L’arcivescovo ricorda poi che il Grande Imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyib, alle questioni poste dai musulmani nel corso del programma televisivo “Al-imam al-Tayyib”, ha risposto “rifiutando la gretta visione di chi considera il coronavirus “una punizione divina”, invitando piuttosto a vedere nella pandemia uno dei modi con cui Dio mette alla prova la fede degli uomini. Dio scruta i nostri cuori e gioisce della nostra conversione interiore, che ha potuto nonostante tutto esprimersi con discrezione nella preghiera personale autentica, nella condivisione delle gioie e dei problemi delle proprie famiglie, in particolare dei più piccoli e dei malati, e nella solidarietà più esigente verso i bisognosi, che purtroppo sono molto aumentati di numero in questo periodo”.

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