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Platinette attacca la legge contro l’omofobia: “Putt**ata colossale. Non sopporto vittimismo delle persone LGBT”

Di Antonio Scali
Pubblicato il 6 Lug. 2020 alle 18:45 Aggiornato il 6 Lug. 2020 alle 18:55

Platinette: “Legge contro l’omofobia? Non sopporto il vittimismo LGBT”

Fanno discutere le parole di Mauro Coruzzi, in arte Platinette, nei confronti del ddl Zan, la cosiddetta legge contro l’omofobia, che verrà votata nei prossimi giorni, e in generale sulle questioni riguardanti i diritti civili e delle persone LGBT. Già in passato la famosa drag queen aveva attaccato le unioni civili e si era detta contraria alla stepchild adoption e alla gestazione per altri.

In un’intervista rilasciata a La Verità, Mauro Coruzzi ha criticato la legge sull’omofobia, dicendo di non sopportare “il vittimismo, il piagnisteo continuo degli Lgbt“. Per Platinette il tema dei diritti civili non è prioritario: “Ho visto molte coppie omosessuali sacrificare il loro universo fatto di differenze quasi ne avessero paura, per una voglia di uniformità, per provare un senso di appartenenza. Io sono per la singolarità, vorrei una legge per l’individuo e non ho alcun interesse a formalizzare una famiglia arcobaleno“.

Tornando a parlare di unioni civili, il personaggio pubblico ha commentato: “Nelle coppie dello stesso sesso che si sono sposate, e ne conosco tante, non vedo l’esigenza di diventare genitori. Sembra più un mantra, implacabile, solo delle persone famose e benestanti. Credo che il fallimento delle unioni civili sia dovuto in buona parte al poco interesse che gli omosessuali, più di altri, avvertono per il mantenimento di un contratto scritto. Che bisogno hanno del matrimonio, quando i rapporti omosessuali sono poliamorosi?”.

Sulla gestazione per altri, più comunemente nota come utero in affitto, Coruzzi parla di “una violenza profonda. Ciò che voglio, lo vado a chiedere a una donna pagandola. Orribile”. Platinette conferma poi dal suo punto di vista l’esistenza di una cosiddetta lobby gay e aggiunge: “Quello che mi fa davvero paura della lobby omosessuale è un Rocco Casalino nel ruolo di suggeritore a colui che recita la parte del presidente del Consiglio. La politica come facciata e dietro il nulla. Non so se il premier Conte si rende conto dell’umiliazione”.

Sul ddl Zan, in votazione nei prossimi giorni in Parlamento, vale a dire la legge contro l’omofobia, il conduttore radiofonico spiega: “Chiediamoci se vogliamo l’abbattimento dei generi o se ne vogliamo la codifica in più sfumature possibili dell’arcobaleno, che è una putt**ata colossale. In realtà non siamo capaci di rapportarci con gli altri, in quanto individui, ma solo con i gruppi di appartenenza, di corporazioni“.

E ancora: “Mi annoia l’idea di dover limitare ancora una volta l’ironia, il linguaggio non convenzionale. Se dico a una persona ‘sei proprio una finocchia persa’, che cosa c’è che non va? Ci sono famiglie orrende, nuclei familiari imbarazzanti ma perché non si può fare il family day se altri sfilano nel gay pride? E non sopporto il vittimismo, il piagnisteo continuo degli Lgbt”.

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