Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Costume

Fendi acquisisce la quota di maggioranza del Maglificio Matisse

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 5 Ott. 2022 alle 13:25 Aggiornato il 6 Ott. 2022 alle 18:29

Fendi acquisisce la quota di maggioranza del Maglificio Matisse, azienda di maglieria di Sant’Egidio alla Vibrata in provincia di Teramo, in Abruzzo. Tra i due marchi era già presente una collaborazione da oltre quindici anni, con la maison del Gruppo Lvmh che aveva individuato nella società acquisita il fornitore chiave nella categoria della maglieria e per altri marchi del lusso. La sede del Maglificio Matisse sorge tra l’altro non lontano dal nuovo polo calzaturificio di eccellenza Fendi di Fermo.

Si tratta di un’azienda che ha fatto della fusione tra la tradizionale maglieria fatta a mano e una forte innovazione tecnologica il suo punto di forza negli anni. “Insieme alle aperture dei nostri poli produttivi Fendi in Toscana per la pelletteria e nelle Marche per le calzature – ha dichiarato Serge Brunschwig, presidente e amministratore delegato di Fendi – questa acquisizione segna un altro passo della nostra maison verso il suo impegno a sostenere il made in Italy e la sua filiera. Siamo grati a Luigino Scarpantonii per aver guidato con successo il Maglificio Matisse al fianco dei suoi figli, e siamo trepidanti di scrivere insieme a loro il prossimo capitolo”. “Sono entusiasta – aggiunge Luigino Scarpantonii presidente del Maglificio Matisse – dell’opportunità di poter continuare e rafforzare ulteriormente la forte collaborazione costruita con Fendi in oltre un decennio e non vedo l’ora di iniziare questo nuovo percorso con i miei figli al mio fianco”.

L’obiettivo adesso è quello di rafforzare la capacità produttiva dell’azienda con nuovi investimenti già programmati per i prossimi anni. Il management familiare della famiglia Scarpantonii – si legge nel comunicato di acquisizione – continuerà a gestire e operare l’azienda anche dopo l’acquisizione.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version