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    Wwf, almeno 160 le specie estinte negli ultimi dieci anni. C’è la mano dell’uomo

    Credit: Martin Harvey - Wwf
    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 11 Gen. 2022 alle 15:35

    Sono almeno 160 le specie dichiarate estinte negli ultimi dieci anni, come riportato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Le cause sono diverse ma una cosa è sicura: c’è sempre la mano dell’uomo. In duecento anni animali come la tigre di Giava o lo stambecco dei Pirenei sono scomparsi dalla Terra. La lista però è in costante aggiornamento e ogni estinzione rappresenta una grave perdita per la biodiversità del pianeta. Siamo nel pieno della sesta estinzione di massa, come riportato dall’ultimo report del Wwf.
    Alcune delle specie estinte negli ultimi duecento anni non hanno nemmeno una foto. Sono rimaste soltanto delle foto.

    TREDICI STORIE DI ANIMALI SCOMPARSI

    Recentemente è scomparso l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale, dichiarato estinto nel 2018. L’esemplare era detenuto in cattività, in natura non esisteva più da molto tempo prima a causa del bracconaggio. Il pipistrello dell’isola di Natale viveva nell’Oceano Indiano, nel 2017 però è entrato nella lista degli animali scomparsi in natura. L’ultimo avvistamento risale al 2009. Nel 2012 ad abbandonare per sempre il pianeta Terra è stata la testuggine dell’Isola di Pinta che viveva nell’isola più settentrionale delle Galagapos. L’ultimo esemplare in vita era stato individuato negli anni Settanta. Il 2006 ha dato l’addio, poi, al Lipote, un delfino di acqua dolce diffuso nel Fiume Azzurro in Cina. Colpa dell’inquinamento delle acque e delle catture accidentali durante la pesca.
    Fino al 2004 è esistito anche un rospo dorato nella foresta tropicale in Costa Rica. A causa della rarefazione del suo habitat umido, conseguenza del riscaldamento globale, è stato dichiarato estinto.
    Prima, nel 2000, è stata la volta dello stambecco dei Pirenei, vittima di una caccia molto dura, del bracconaggio e della diffusione di malattie portate dal bestiame domestico. Nel 1979 è scomparsa la tigre di Giava a causa della distruzione delle foreste per fare spazio a piantagioni e bracconaggio. L’akiola di Kauai è scomparso dal pianeta Terra nel 1969, ultima volta in cui l’uccello delle Isole Hawaii è stato avvistato. È stato dichiarato estinto nel 2016.
    L’ultimo esemplare di tilacino, o tigre della Tasmania, è morto nel 1936. La specie per lo Iucn si è estinta nel 1982. Tra le cause: persecuzione umana, distruzione dell’habitat e competizione con specie introdotte dall’uomo come il cane e il dingo.
    Nel 1933 si sono perse le tracce della bettongia del deserto. Era un piccolo marsupiale del genere potoro, ma la Iucn lo ha dichiarato estinto soltanto nel 2016.

    Non si hanno foto dell’alca impenne dell’Oceano Atlantico, scomparsa nei secoli scorsi. È stata vittima di una caccia dissennata per scopi alimentari e per il suo piumaggio. Oggi di quest’animale rimangono i monumenti come quello all’ingresso del Museo Civico di Zoologia di Roma.
    Nel 1867 si è estinto l’Orso dell’Atlante presente in Tunisia, Marocco e Algeria. La causa della scomparsa è da attribuire alla distruzione dell’habitat e alla caccia.
    In Sudafrica, poi, fino a metà dell’800 è esistita la quagga, una sottospecie di zebra con le strisce presenti soltanto nella parte anteriore del corpo. L’hanno dichiarata estinta in natura nel 1878 a causa della caccia per la carne e le pelli. L’ultimo individuo in cattività è morto nel 1883.

    Circa 25% delle 93.579 specie elencate dallo Iucn come vulnerabili, in pericolo o in pericolo critico sono minacciate di estinzione globale. Il Wwf nel periodo natalizio ha, perciò, lanciato la campagna “A Natale mettici il cuore”. Con questo progetto è possibile adottare o regalare l’adozione simbolica di un animale in pericolo. Si può ancora fare, si può ancora dare un aiuto.

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