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    Polonia, rifiuti italiani abbandonati in una stazione di servizio dismessa: la denuncia di Greenpeace

    Rimpallo di responsabilità. Secondo le autorità polacche, "si tratterebbe di un trasporto illegale di rifiuti italiani in Polonia". Per l'autorità italiana "i rifiuti sono stati recuperati secondo la legge"

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 18 Ott. 2019 alle 13:57

    Greenpeace, rifiuti italiani abbandonati in una discarica abusiva in Polonia

    Plastica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani in Italia è stata ritrovata in Polonia, abbandonata in un ex distributore di benzina nell’area di Gliwice. Si tratta di ben 45 tonnellate di rifiuti italiani raccolti in enormi balle. A scoprirle è stata l’unità investigativa di Greenpeace Italia che ha verificato recandosi direttamente sul posto e documentando tutto con immagini.

    Greenpeace dice che “le immagini non lasciano dubbi: nelle balle di rifiuti plastici si vedono etichette di noti prodotti italiani e – almeno in una – l’etichettatura dell’impianto italiano della ditta Di Gennaro spa, centro di selezione (Css) operante anche nella filiera Corepla”. “Proprio la spedizione effettuata dall’azienda Di Gennaro spa, tramite l’intermediario (Agf Umbria), da oltre un anno è al centro di un contenzioso tra Polonia e Italia”, prosegue l’associazione.

    Dichiarazioni contrastanti di Polonia e Italia

    Secondo le autorità polacche – spiega Greenpeace – “si tratterebbe di un trasporto illegale di rifiuti italiani in Polonia”. Per l’autorità italiana “i rifiuti sono stati recuperati secondo la legge”.

    A dicembre 2018 in un dossier polacco contenente la replica da parte del nostro Paese, viene negato “che ci sia alcuna prova ufficiale che la spedizione è stata eseguita illegalmente e che i rifiuti siano stati scaricati al di fuori dell’impianto di recupero”.

    “Sulla carta – rileva Roberto Pennisi, Sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia – è previsto che chi produce un rifiuto debba anche avere comunicazione di come sia stato smaltito. E questo avviene sempre stando ai documenti. Ma un controllo di tutte queste fasi, non sempre c’è”.

    “Un controllo sul campo – dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia – e non solo a livello di documenti, può rivelare dettagli importanti che potrebbe aiutare a risolvere questa disputa internazionale e recuperare, in modo corretto, rifiuti che oggi invece giacciono abbandonati nell’ambiente”.

    “Ciò che abbiamo documentato in Polonia è inaccettabile – dice Ungherese – e vanifica gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare correttamente i rifiuti in plastica”.

    “Questo caso – prosegue il responsabile Inquinamento di Greenpeace Italia – conferma ancora una volta che il sistema non riesce a gestire in modo appropriato l’enorme quantità di rifiuti in plastica. Riciclare non è la soluzione, è necessario ridurre subito la produzione a partire dalla frazione spesso di difficile riciclo, rappresentata dall’usa e getta”.

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