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    Rifiuti italiani abbandonati in Polonia, la denuncia di Greenpeace

    In un ex distributore di benzina nel sud della Polonia sono stati trovati rifiuti provenienti dall'Italia

    Di Alice Possidente
    Pubblicato il 16 Ott. 2019 alle 16:38 Aggiornato il 17 Ott. 2019 alle 18:57

    Rifiuti italiani abbandonati in Polonia, la denuncia di Greenpeace

    Un centinaio di balle di rifiuti in plastica sono state abbandonate in un ex distributore di benzina in Polonia. Almeno 50 sarebbero italiane e proverrebbero dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. A denunciare l’accaduto è l’unità investigativa di Greenpeace Italia, che ha verificato sul posto la presenza dei rifiuti a Gliwice, nel sud della Polonia.

    A confermare della nazionalità dei rifiuti sarebbero le etichette di noti prodotti italiani, ancora ben visibili, secondo Greenpeace. “Le immagini non lasciano dubbi – dichiara l’associazione ambientalista – nelle balle di rifiuti plastici si vedono etichette di noti prodotti italiani e, almeno in una, l’etichettatura dell’impianto italiano della ditta Di Gennaro spa, centro di selezione (Css) operante anche nella filiera Corepla. Proprio la spedizione effettuata dall’azienda Di Gennaro spa, tramite l’intermediario (Agf Umbria), da oltre un anno è al centro di un contenzioso tra Polonia e Italia”.

    Secondo le autorità polacche – spiega Greenpeace “si tratterebbe di un trasporto illegale di rifiuti”. Rifiuti che, invece, per l’autorità italiana “sono stati recuperati secondo la legge”, tanto che a dicembre 2018 in dossier polacco contenente la replica da parte dell’Italia, viene negato “che ci sia alcuna prova ufficiale che la spedizione è stata eseguita illegalmente e che i rifiuti siano stati scaricati al di fuori dell’impianto di recupero”.

    Il sistema di smaltimento potrebbe però avere faglie: “Sulla carta – rileva Roberto Pennisi, Sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia – è previsto che chi produce un rifiuto debba anche avere comunicazione di come sia stato smaltito. E questo avviene sempre stando ai documenti. Ma un controllo di tutte queste fasi, non sempre c’è”.

    Greenpeace, attraverso Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, intanto dichiara che  “Ciò che abbiamo documentato in Polonia è inaccettabile e vanifica gli sforzi quotidiani di migliaia di cittadini nel separare e differenziare correttamente i rifiuti in plastica. Questo caso – prosegue – conferma ancora una volta che il sistema non riesce a gestire in modo appropriato l’enorme quantità di rifiuti in plastica. Riciclare non è la soluzione, è necessario ridurre subito la produzione a partire dalla frazione spesso di difficile riciclo, rappresentata dall’usa e getta”.

    “Un controllo sul campo – rileva Ungherese – e non solo a livello di documenti, può rivelare dettagli importanti che potrebbe aiutare a risolvere questa disputa internazionale e recuperare, in modo corretto, rifiuti che oggi invece giacciono abbandonati nell’ambiente”.

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