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    Come la morte delle 323 renne colpite da un fulmine ha cambiato l’ecosistema

    Un cambiamento del genere sull'ecosistema non era mai stato studiato prima

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 27 Ago. 2018 alle 09:20 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:55

    Due anni fa, nell’agosto del 2016, in Norvegia un fulmine ha ucciso 323 renne su una collina del parco nazionale Hardangervidda.

    Gli animali si erano probabilmente avvicinati per farsi caldo a vicenda, ma una tempesta di fulmini li ha colpiti e ha ucciso quasi tutto il branco.

    La scarica elettrica del fulmine si era trasmessa tramite l’umidità del terreno e ha colpito quindi la maggior parte delle renne.

    Dopo alcuni giorni le guardie del parco sono andate sulla collina e hanno trovato le oltre 300 carcasse di renne. Le foto che hanno scattato hanno fatto il giro del mondo.

    Credit: Sam Steyaert

    Su questa vicenda un gruppo di ricercatori ha incentrato uno studio: capire gli effetti sull’ecosistema dopo la morte di un quantitativo così alto di animali.

    Sam Steyaert, ricercatore universitario all’Università norvegese delle scienze della vita e l’Università della Norvegia sudorientale, ha deciso di approfondire la ricerca su questo tema.

    Per condurre questo studio i ricercatori hanno rimosso la testa agli animali morti, ma le carcasse sono state lasciate sulla collina a decomporsi.

    Lo studio, pubblicato la scorsa settimana, ha dimostrato che le carcasse delle renne possono aumentare la diversità vegetale di quella zona. Nelle feci degli sciacalli, che si sono recati sul luogo per cibarsi dei cadaveri delle renne, sono stati infatti trovati semi che potrebbero generare delle nuove piante.

    Secondo lo studio pubblicato su Biology Letters gli animali detti necrofagi, che mangiano cioè animali morti, producono feci che contengono semi e attivano un nuovo meccanismo che incrementa la biodiversità.

    Sam Steyaert ha osservato che le deiezioni di uccelli e volpi erano concentrate intorno alle carcasse. Nelle feci sono state trovati semi di moretta comune o erica a bacche (Empetrum nigrum), che possono diventare piante.

    La decomposizione degli animali comporta un asprimento del terreno su cui poggia la carcassa che uccide la flora locale per poi consentire la nascita e la crescita di nuove specie di piante. Ma l’effetto della decomposizione di oltre trecento carcasse tutte insieme non era ancora stato reso noto.

    Un cambiamento del genere sull’ecosistema non era mai stato studiato prima.

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