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    Greta Thunberg rivela: “Ecco come mi ha aiutata la sindrome di Asperger”

    Greta Thunberg, attivista svedese di 16 anni

    "Non credo sarebbe stato possibile senza", ha detto l'attivista 16enne in un'intervista. "Lavoro e penso in maniera un po' diversa"

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 17 Mar. 2019 alle 17:49 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:46

    La studentessa svedese Greta Thunberg, 16 anni, è ormai diventata il simbolo della lotta contro il cambiamento climatico da parte degli studenti di tutto il mondo: una battaglia consacrata il 15 marzo con la manifestazione globale per il clima “Fridays for future”, che ha portato centinaia di migliaia di studenti in sciopero in almeno 1693 città di 106 paesi.

    Che Greta sia una ragazza speciale l’avevamo compreso ascoltando i suoi discorsi, come quello che ha tenuto alla Conferenza mondiale sul clima (COP24), a Katowice, in Polonia.

    Un altro tassello che compone la personalità di questa giovanissima donna è la sua sindrome di Asperger, di cui lei stessa ha già parlato in pubblico [qui le sue dichiarazioni].

    Ora l’attivista torna a parlare del ruolo di questa sindrome nel suo impegno quotidiano e sottolinea che l’Asperger è stata tutt’altro che un ostacolo, anzi l’avrebbe addirittura “aiutata” a concretizzare le sua battaglia contro il cambiamento climatico.

    In un’intervista via Skype allo Young Post, sito web di Hong Kong, collegato al South China Morning Post e dedicato ai più giovani, Greta Thunberg ha dichiarato che non crede sarebbe stato possibile fare ciò che ha fatto senza la sindrome di Asperger.

    “Lavoro e penso in maniera un po’ diversa”, ha riconosciuto la 16enne attivista svedese, “mentre era facile per chiunque altro dimenticare questa terribile immagine di un orso polare che muore di fame, mostrataci in classe, io non sarei più in grado di guardarmi allo specchio, se lasciassi perdere”.

    Greta ha anche spiegato inoltre cosa farebbe se per tre giorni fosse a capo del nel intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite.

    “Il primo giorno spiegherei che è una crisi imminente e che dobbiamo agire di conseguenza. Il secondo giorno dichiarerei uno stato di emergenza internazionale e stabilirei un ‘carbon budget’ globale basato sulla giustizia climatica, e calcolare i numeri per i paesi ricchi sarebbe la mia priorità. L’ultimo giorno farei sapere a tutti che solo la democrazia, assieme alla scienza e alla buona volontà tra le nazioni, ci possono salvare, perché sono le tre pietre angolari della società”.

    Greta Thunberg sta scioperando ogni venerdì, astenendosi dalle lezioni scolastiche e manifestando davanti il parlamento svedese, e promette di continuare così “finché la Svezia non sarà in linea con l’accordo di Parigi”. Spera inoltre che i bambini di tutto il mondo facciano lo stesso.

    La scelta di parlare a un giornale di Hong Kong, regione amministrativa speciale della Cina, probabilmente non è casuale per Greta: la Cina è il primo paese al mondo per emissioni di gas serra, e da solo contribuisce al 27 per cento delle emissioni a livello globale, secondo le stime del World Resources Institute. Gli scioperi del Fridays for Future, si sono svolti anche in Cina, ma in misura minore rispetto ad altri paesi.

    “Il minimo che la vecchia generazione possa fare per noi bambini è di farci protestare contro la loro inattività, e dal momento che è il nostro futuro, non possiamo lasciare che nessuno ci dica cosa fare quando stiamo cercando di salvarlo”, ha detto Greta. “In più, il resto del mondo deve fortemente sostenere quei bambini a cui non è permesso protestare”.

    “Se [gli adulti, ndr] non si assumono la responsabilità delle loro azioni, saranno ricordati come i peggiori malvagi della Storia”, ha aggiunto Greta.

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