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    L’Isola di Pasqua avrà l’area marina protetta più grande del Sud America

    Credit: Ente Turistico Cileno

    Coprirà oltre 720mila chilometri quadrati di oceano e un ecosistema marino unico al mondo

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 5 Set. 2017 alle 13:21 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:59

    Gli abitanti indigeni dell’Isola di Pasqua hanno votato per creare nelle acque circostanti l’arcipelago la più estesa area marina protetta del continente latino americano.

    La storica decisione prevede l’allargamento della riserva naturale attualmente esistente. La nuova area coprirà oltre 720mila chilometri quadrati di oceano intorno all’isola, che si trova ad almeno 3.500 chilometri dalla costa cilena continentale.

    L’isola, insieme a quelle di Sala e Gómez, costituisce l’eco-regione marina, ossia un ecosistema marino molto diverso da quelli della costa continentale. Di caratteristiche tropicali, le sue acque sono calde e generalmente povere di sostanze nutritive.

    Qui vivono diverse specie come il tonno, lo squalo, il marlin e il pesce spada, oltre alla barriera corallina, habitat di milioni di animali marini unici. La decisione del popolo di Rapa Nui, nome indigeno dell’Isola di Pasqua, è dovuta alla minaccia della pesca intensiva, del turismo di massa e dell’introduzione, all’interno di questi mari, di specie aliene invasive.

    Le autorità cilene si sono mosse per contrastare l’aumento dei livelli di acidità delle acque e l’effetto sulle temperature oceaniche dovuto al cambiamento climatico, che sta mettendo a rischio la barriera corallina e le specie che ospita.

    A causa dell’isolamento e della scarsa connessione con altre isole, gli ecosistemi corallini dell’Isola di Pasqua presentano infatti specie uniche al mondo che vivono solo in questi mari.

    Inoltre, i promontori rocciosi della costa dell’isola sono siti di nidificazione per diverse specie di uccelli marini. Qui è anche possibile osservare mammiferi marini come balene e delfini visitare l’isola nel corso delle proprie migrazioni nell’oceano.

    Il ministro dell’ambiente cileno Marcelo Mena, durante la conferenza stampa a La Serena, nel Cile settentrionale, ha apprezzato la decisione della popolazione indigena dell’Isola di Pasqua e ha confermato che questo creerà la più grande area marina protetta dell’intero sud America.

    Il voto, tenutosi domenica 3 settembre, prevedeva tre quesiti specifici: uno sull’allargamento o meno dell’area marina, un altro sulla gestione congiunta tra autorità locali e nazionali della stessa e l’ultimo sulle limitazioni alla pesca nell’area. Il primo quesito ha raccolto ben il 64 per cento dei consensi, il secondo il 62 per cento e il terzo il 78 per cento dei voti favorevoli degli isolani.

    Il nuovo parco marino sarà quindi gestito congiuntamente dalle autorità dell’isola e dal governo di Santiago, e d’ora in poi sarà vietata la pesca nelle acque della zona, a meno che non avvenga usando le tecniche tradizionali indigene.

    “È stato un processo durato molto a lungo, ma questa lotta è appena all’inizio”, ha detto Poki Tane Haoa, funzionario di governo dell’isola. “Come popolo continuiamo a gridare: no alla pesca illegale, no alla pesca industriale e no all’estrazione di petrolio nelle nostre acque!”.

    La consultazione è stata la prima di questo tipo che ha coinvolto una popolazione indigena. In Cile infatti, il governo non aveva mai chiesto alla popolazione locale il consenso sulla creazione di aree marine protette.

    “Questo voto intende rispettare la volontà dei Rapanui, per creare una zona protetta marina che rispetti l’uso ancestrale del mare e le sue abitudini di pesca” ha detto il ministro Marcelo Mena.

    L’Isola di Pasqua è famosa per le sue centinaia di statue “Moai”, monoliti scolpiti da rocce vulcaniche costituite che rappresentano teste umane su busti, per lo più interrati. Queste statue sono alte dai due ai 10 metri e alcune presentano un copricapo cilindrico.

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