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Perché dovreste smettere immediatamente di postare la vostra carta di imbarco sui social

Di Laura Melissari
Pubblicato il 5 Ago. 2019 alle 10:34

Perché dovreste smettere immediatamente di postare la vostra carta di imbarco sui social

Una leggerezza, un vezzo e una piccola nota di narcisismo, che potrebbe avere conseguenze molto più pericolose di quanto non riuscireste a immaginare. Stiamo parlando dell’abitudine sempre più diffusa di pubblicare sui social la propria carta di imbarco, prima della partenza per un viaggio. Che sia una classica Barcellona, o le esotiche Seychelles, la tentazione a scatenare una “sana invidia” nei nostri follower è grande. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere, capiremo che dobbiamo smettere immediatamente di farlo. Per una serie di motivi, che il sito Esquire ha spiegato in maniera approfondita.

Postando distrattamente la foto della carta di imbarco, o anche solo di una parte di questa, migliaia ma anche milioni di sconosciuti possono venire a sapere una serie lunghissima di informazioni, dal più ovvio nome e cognome completi o orario e destinazione del volo, ai ben più “delicati” numero di telefono, indirizzo di casa e altro. Tramite il Pnr e il nome, un qualsiasi sconosciuto può ad esempio accedere al sito della compagnia aerea e avere accesso ad ulteriori informazioni contenute nella pagina personale, o addirittura annullare la prenotazione.

E non basta neanche oscurare PNR e nome, per ritenersi al sicuro. Insidie si nascondono ad esempio nel codice a barre, che possono nascondere numerose informazioni sensibili, se lette da un apposito scanner.

“Immaginate uno scenario di questo tipo”, scrive Esquire. “1. Vivo a Tokyo. Creo uno script per essere avvisato ogni volta che qualcuno pubblica una carta d’imbarco e la parola chiave #tokyo. Un passeggero X sta viaggiando da Londra a Tokyo e posta la sua carta d’imbarco o il suo PNR. Il suo prossimo volo da Tokyo a Sydney è domani. Accedo al suo account sul sito web della compagnia aerea, annullo il biglietto per Sydney e lo blocco all’aeroporto di Tokyo”, scrive il sito, che si avventura in ipotesi fantasiose, ma del tutto plausibili, tra cui ricattare il passeggero una volta atterrato a Tokyo, cambiargli i dati, modificare le preferenze dei suoi pasti e altro ancora.

Per una persona abile a smanettare con codici, ma anche semplicemente con i tag sui social, è un gioco da ragazzi intercettare foto di carte di imbarco.

Probabilmente, la cosa più sicura da fare è non lasciare traccia sui social di queste informazioni sensibili. Ma anche le compagnie aeree potrebbero fare di più, come ad esempio rendere più sicure le modalità di accesso ai profili dei propri clienti.

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