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Il valore nascosto del volontariato digitale

La tecnologia offre nuovi modi per essere solidali. Dall'inizio dell'emergenza-Coronavirus, centinaia di volontari digitali sono impegnati a monitorare gli orari del servizio di trasporto pubblico in oltre 350 comuni, a vantaggio della collettività

Di Redazione TPI
Pubblicato il 24 Mar. 2020 alle 14:56 Aggiornato il 26 Mar. 2020 alle 12:11

C’è chi consegna la spesa al vicino anziano, chi consegna le medicine a persone impossibilitate ad uscire di casa e chi si offre di portare un pasto caldo ai senza tetto. Volontari ben visibili nelle strade delle nostre città, spesso con addosso casacche delle organizzazioni non profit più note. Giovani e meno giovani che si adoperano per sostenere i più fragili in questo momento difficile per tutto il Paese.

E poi esiste un volontariato meno visibile ma altrettanto utile. Un volontariato digitale, nascosto dietro gli schermi dei computer.

È il caso della community di Moovit, ad esempio. Fin dalle prime ore dell’emergenza centinaia di volontari digitali sono stati impegnati a monitorare e ad aggiornare costantemente gli orari del servizio di trasporto pubblico in oltre 350 comuni italiani di medie e grandi dimensioni. Informazioni utili e indispensabili per le migliaia di persone che, per motivi di lavoro o di reale necessità, hanno continuato e continuano a doversi spostare quotidianamente utilizzando i mezzi di trasporto pubblico.

Informazioni costantemente aggiornate pochi minuti dopo le comunicazioni delle aziende di trasporto pubblico locale, dall’Atm di Milano all’Atac di Roma. Una community solida che rende questa app la più aggiornata tra tutte quelle dedicate alla mobilità urbana. Il valore aggiuntivo dell’app Moovit rispetto agli altri competitor? Proprio la community digitale di volontari, attiva 7 giorni su 7 e pronta ad agire con mouse e tastiera.

Oppure è il caso di un singolo volontario digitale di Cagliari che nei primi giorni di marzo in meno di 10 ore ha realizzato un’app per l’autocertificazione digitale dei propri spostamenti pensata per i tanti anziani o giovani non dotati di una stampante a casa. Un’app scaricata e utilizzata da decine di migliaia di utenti ma successivamente eliminata in via precauzionale per evitare di generare confusione con i modelli ufficiali cartacei in dotazione alle Forze dell’Ordine.

O, infine, è il caso di Waze che poche ore dopo l’istituzione delle prime zone rosse in Lombardia, grazie al contributo volontario dei propri utenti, ha aggiornato in tempo reale le aree chiuse al traffico semplificando gli spostamenti di migliaia di automobilisti ed evitando code inutili ai varchi di accesso e uscita delle aree confinate.

Un volontariato digitale di cui non sempre si ha piena consapevolezza, ma con un impatto molto elevato sulla vita quotidiana delle persone anche e soprattutto nelle situazioni d’emergenza.

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