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Mosca e Kiev: il social network come arma

La dimensione non convenzionale del conflitto è sempre più preponderante, anche all’interno del più ampio conflitto convenzionale del XXI secolo nel Vecchio Continente. Il confrontotra Mosca e Kiev, infatti, rappresenta una cartina tornasole per interpretare dinamiche di guerra ibrida future

Di Francesco Bussoletti
Pubblicato il 23 Giu. 2023 alle 11:32 Aggiornato il 23 Giu. 2023 alle 14:57

***Questo articolo fa parte della rubrica bisettimanale “Scenari ciber(n)etici” curata da DEAS S.p.A., azienda leader nel settore della Cybersicurezza, che ospita contributi di esperti qualificati su aspetti strategici, politici, internazionali e tecnologici su questo tema sempre più attuale e delicato.

La Information Warfare è la protagonista nel conflitto Ucraina-Russia

Il conflitto tra Ucraina e Russia è il primo in cui la Information Warfare (Infowar), ovvero la manipolazione delle informazioni al fine di condizionare un Target Audience prescelto ed ottenere i risultati tattici desiderati, riveste un’importanza pari se non superiore ai quattro domini tradizionali (Terra, Mare, Cielo e Spazio). Kiev, Mosca e i rispettivi partner la sfruttano per portare avanti le proprie agende e allo stesso tempo per minare gli sforzi dell’avversario, sia in ambito informativo che cinetico. Basti pensare alle discrepanze circa i numeri delle vittime militari e civili del conflitto o sui progressi dei due attori nel teatro operativo: non mancano tentativi quotidiani di “deception” (inganno) con la pubblicazione di immagini e informazioni sull’ubicazione delle proprie unità, al fine di indurre il nemico a indirizzare attacchi a target sbagliati, o attività per condizionare la popolazione locale e platee straniere avvicinandole alle proprie istanze.

Le armi della Infowar

I “guerrieri” della Infowar sfruttano essenzialmente due elementi: da una parte la società di oggi, in cui – almeno sul web– i fatti contano meno delle opinioni; dall’altra le caratteristiche del web di immediatezza e universalità. Il cyberspazio è diventato, perciò, un terreno di scontro in cui le armi sono i social media/social network, e da cui i media tradizionali attingono per il lancio di notizie, come si può facilmente rilevare nell’ambito della guerra in Ucraina e di altri conflitti. I suoi “proiettili” sono i “post”, i “tweet”, le “stories”. Le vittime, infine, sono gli utenti. Ma gli stessi navigatori del web diventano anche “proiettili inconsapevoli” nel momento in cui rilanciano i contenuti malevoli alla loro cerchia di contatti.

La Infowar tra Ucraina e la Russia: gli obiettivi e i Target Audience

Kiev e Mosca adottano modalità simili nelle loro campagne di Information Warfare, ma i due attori puntano su obiettivi e Target Audience diversi. In particolare, l’Ucraina è interessata principalmente al mondo esterno e il suo obiettivo èrafforzare il concetto di essere vittima di una brutale invasione per ottenere maggiore sostegno a livello internazionale. La Russia, invece, predilige l’ambito interno: lo scopo è rafforzare il concetto di una “operazione militare speciale” resa obbligatoria per scopi difensivi per giustificare l’invasione agli occhi della popolazione locale, riducendo quindi i rischi di proteste e sommosse. Entrambi gli attori, comunque, guardano anche ai rispettivi Target Audience, sia interniche esterni. Kiev è interessata a mantenere elevata la fiducia dei militari e della popolazione sul governo. Moscaè interessata a contrastare le attività dei “nemici esterni” e cercare nuovi alleati (geo)politici, facendo leva soprattutto sui Paesi non allineati all’Occidente come la Cina, l’Iran.

Le narrative di Kiev e Mosca

Ucraina e Russia adottano narrative mirate e condizionanti alla base delle loro campagne di Infowar. Il Leitmotiv principale di Kiev è: “nonostante abbiamo risorse limitate, difenderemo a tutti i costi il Paese e la popolazione dai ‘macellai russi’. Dateci più aiuti!”. Quello di Mosca, per converso, è: “i nostri soldati sono degli eroi, che combattono per sconfiggere il nazismo. L’Occidente si è alleato con i nazisti e cerca da tempo di annientare la Russia nonostante i nostri sforzi per il dialogo, ma non possono sconfiggerci perché siamo nel giusto”. Le due narrative, pur essendo diverse, hanno un punto in comune: esaltano i propri progressi e sminuiscono le sconfitte.

I vettori della Infowar

Nell’ambito della Information Warfare Kiev e Mosca operano su tre direttrici, spesso tra loro intersecate nel corso delle campagne:

La Disinformazione

Ucraina e Russia utilizzano soprattutto i social media/social network nelle loro campagne di disinformazione.Sfruttando capacità interne e di terzi, hanno creato migliaia di nuovi profili da cui veicolare i messaggi. L’obiettivo primario è semplice: renderli virali e quindi visibili a una platea più ampia possibile, al fine di condizionare il bias cognitivo del Target Audience. Secondo diversi siti di analisi, infatti, a partire dal 24 febbraio 2022 si è assistito ad un vero e proprio boom di nuovi account creati sulle piattaforme social principali. Ognuno dei due attori, però, usa vettori e tecniche diverse per raggiungere gli obiettivi prefissati:

La Russia, in particolare, sfrutta persone appartenenti a galassie circoscritte di movimenti cosiddetti “anti-sistema” (sovranisti, NoVax, russofili, antagonisti-extraparlamentari). Si tratta principalmente di soggetti scontenti e “arrabbiati” nei confronti delle istituzioni, che si sentono penalizzati e cercano una rivalsa personale. Il messaggio è diffuso in una “camera dell’eco” iniziale, formata da profili reali, solitamente su Telegram e su piattaforme social minori. Gli utenti all’interno veicoleranno poi i messaggi sui loro profili “mainstream”, affinché siano rilanciati dai loro contatti. In questo modo si amplifica la loro portata e vengono bypassati i filtri delle piattaforme social.

Esempi di profili social di propaganda e disinformazione pro-Russia

I vettori principali della Infowar ucraina sono persone con professioni e interessi variegati, che hanno un seguito internazionale e che pubblicano periodicamente contenuti a sostegno di Kiev. Il messaggio viene veicolato inizialmente sui maggiori social network da attori riconosciuti e seguiti da un’ampia platea, che lo rilanciano spontaneamente ai propri contatti, rendendolo virale.

Esempi di profili social pro-Ucraina (in basso)
Le Active Measures della Russia e il gap con l’Occidente

Per l’Ucraina e l’Occidente in generale questa “guerra nella guerra” è una novità. Per la Russia, al contrario, è un concetto consolidato da circa un secolo. Si chiamano Active Measures (in russo:AktivnyeMeropriyatiya), e furono adottate dall’Unione Sovietica a partire dagli Anni‘20. Successivamente, vennero sviluppate dal KGB dagli anni‘50, quindigestite oggi principalmente dal GRU, il servizio segreto militare della Federazione Russa.Si tratta di operazioni offensive asimmetriche di varianatura (propaganda, spionaggio, sabotaggio, omicidi politici, manipolazione dei media), il cui obiettivo è garantire una serie di vantaggi o ridurre eventuali divari. Mosca le ha sempre impiegate in maniera lineare ovunque e ogniqualvolta leha ritenute opportune, cambiando all’occorrenza semplicemente tecniche e vettori in base ai desiderata tattici, agli scenari e alle evoluzioni tecnologiche di riferimento. Ecco perché all’inizio della guerra in Ucraina era in nettovantaggio sul terreno della Infowar rispetto a Kiev e ai suoi alleati. Questo gap è stato colmato nel tempo, ma solo parzialmente e grazie a enormi sforzi e investimenti effettuati su più piani. L’iniziativa, infatti, sembra ancora nelle mani di Mosca.

Le lezioni apprese

La guerra tra Ucraina e Russia sul piano della Infowar, seppur sia ancora in corso –lo sarà probabilmente ancora a lungo anche dopo la fine delle ostilità sul terreno – permette all’Occidente di trarre un insegnamento fondamentale: non è più possibile, come avvenuto finora, una risposta non coordinata alla Infowar, limitata cioè a singoli casi estremi o di emergenza. Occorre un’unica risposta proattiva, attraverso una strategia comune condivisa e costantemente implementata tra gli Stati like-minded. Una sorta di “anti-Active Measures”, che permettano non solo di sviluppare misure per contrastare tempestivamente future campagne di Infowar, ma anche di prevenirle e anticiparle. La certezza, altrimenti, è lasciare il vantaggio dell’iniziativa al nemico, inseguendolo passivamente e senza avere la prospettiva di neutralizzarne efficacemente gli effetti delle campagne ibride. Oggila controparte è la Russia. Ma domani,potranno essere altri attori statali, con caratteristiche, tecniche e mezzi diversi.

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