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Totti contro Nedved: “Un piagnone allucinante, ti veniva voglia di picchiarlo”

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 28 Set. 2018 alle 11:00 Aggiornato il 28 Set. 2018 alle 12:05

Non solo Spalletti. Nella sua autobiografia “Un Capitano” – in uscita oggi (27 settembre) – Francesco Totti ha parlato anche del collega della Juventus Pavel Nedved per cui ha nutrito una particolare antipatia.

In particolar modo l’ex numero 10 della Roma ricorda la gara disputata dall’Italia contro la Repubblica Ceca, terza ed ultima partita dei gironi nel Mondiale 2006 in Germania, vinta poi dagli azzurri.

Una partita non facile per l’Italia, sbloccata dal colpo di testa vincente di Materazzi su calcio d’angolo battuto proprio da Totti: “Stringo i pugni e corro ad abbracciarlo, è un gol importante perché nei primi minuti la Repubblica Ceca – costretta a vincere per restare nel torneo – ci aveva aggredito con grande intensità”.

“Quel giorno Nedved è in forma irresistibile, e mi costa dirlo perché in campo non l’ho mai sopportato: un piagnone allucinante, lo sfioravi e volava a dieci metri, ti faceva venire voglia di picchiarlo con le mani e ho detto tutto…”.

Ma poi Totti ammette: “Però era forte, mamma mia se era forte, e in quella gara di più, tanto che Buffon deve inventarsi tre o quattro parate di livello per tenerlo a bada”.

“Dopo aver ribadito quanto mi stava sull’anima come calciatore, e confesso di non averglielo mai nascosto, devo invece dargli atto di essere stato molto carino con me la prima volta che ci siamo incontrati fuori ai sorteggi dei gironi di Champions di Montecarlo. È venuto lui da me – e il debuttante ero io – mi ha chiesto come mi sentissi subito dopo aver chiuso con il calcio giocato”. Pace fatta? Chissà.

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