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Serie A, Rizzoli: “Arbitri insufficienti le prime due-tre giornate, poi ok”

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 17 Ott. 2019 alle 17:09 Aggiornato il 17 Ott. 2019 alle 17:11

Il designatore degli arbitri della serie A Nicola Rizzoli ha fatto un bilancio dell’inizio di stagione ai microfoni della tv satellitare Sky Sport. “Divido il mio voto agli arbitri in due parti. Le prime due-tre giornate sono state sotto la sufficienza, poi ci siamo ripresi. Il regolamento è cambiato tantissimo ed è anche per questo che le prime giornate sono state complicate per noi”.

Inevitabile un riferimento al Var. “Statistiche alla mano – ha spiegato Rizzoli -, c’è stato un intervento della tecnologia ogni due partite, un dato molto diverso rispetto a quello della passata stagione. Il nostro obiettivo è quello di entrare il meno possibile in campo. Gli errori accertati con l’utilizzo della tecnologia sono sei, poco più dell’1 per cento rispetto al conteggio totale. Ricordiamoci che il Var non cancellerà mai gli errori al 100 per cento”.

E quali sono gli errori commessi con il Var? “Li conoscete perché ne abbiamo già parlato – ha risposto Rizzoli -. Non ci siamo mai nascosti dietro l’errore perché parlarne vuol dire lavorarci e migliorare”.

Le nuove regole sul fallo di mano hanno creato problemi? “Le discussioni ci saranno sempre – ha detto -, perché nonostante le novità regolamentari che hanno dato maggiore oggettività, la valutazione delle situazioni di gioco, della dinamica dei momenti lascerà sempre qualche polemica”.

Sul fuorigioco “la tecnologia sta facendo passi da gigante ma i guardalinee serviranno sempre. In futuro, però, saranno sempre più utili su situazioni tecniche della partita e meno sul fuorigioco per il quale la tecnologia sta dando un grande aiuto”.

Infine sul calcio femminile: “Quando una donna arbitro in Serie A? Quando se lo meriterà, non è questione di genere. Il calcio femminile è cresciuto tantissimo anche a livello arbitrale, e ho visto delle ragazze in seno alla Uefa con prestazioni uguali ai colleghi uomini. Ci arriveremo, ma sempre su base meritocratica”.

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