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Morta per eutanasia la campionessa Marieke Vervoort, medaglia d’oro alle Paralimpiadi

Foto: Ansa / OIS / ZUMAPRESS.com

L'atleta, vincitrice nei 100 metri a Londra 2012, soffriva di un'incurabile malattia muscolare degenerativa

Di Donato De Sena
Pubblicato il 23 Ott. 2019 alle 10:56 Aggiornato il 23 Ott. 2019 alle 11:05

Morta per eutanasia per la campionessa Vervoort

All’età di 40 anni è morta per eutanasia la campionessa belga Marieke Vervoort, medaglia d’oro nei 100 metri alle Paralimpiadi di Londra 2012.

In carrozzina ai Giochi nel Regno Unito l’atleta aveva vinto l’oro nei 100 metri e conquistati un argento nei 200.Poi, quattro anni più tardi, alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016 aveva vinto l’argento nei 400 e un bronzo nei 100.

Da quando aveva 14 anni Vervoort soffriva di un’incurabile malattia muscolare degenerativa, che le provocava dolori costanti, crisi epilettiche, paralisi delle gambe e le impediva di dormire.

Nel 2008 aveva firmato i documenti per l’eutanasia, che in Belgio è legale. Ieri la campionessa ha deciso di andarsene.

Dopo i Giochi di Rio, dopo aver conquistato la quarta medaglia olimpica, lo aveva annunciato. “Mi sto ancora godendo ogni piccolo momento. Quando avrò più giorni brutti che buoni, allora ho già i miei documenti di eutanasia, ma il tempo non è ancora arrivato”.

A Rio la campionessa aveva rivelato che l’accesso all’eutanasia, alla morte assistita legale, le aveva dato il coraggio di continuare a vivere. E aveva sottolineato che la pratica non dovrebbe essere definita come “omicidio”.

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