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“A Bergamo ci separarono in quattro…”, Totti racconta il rapporto con Spalletti

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 28 Set. 2018 alle 10:10 Aggiornato il 28 Set. 2018 alle 10:43

Che il rapporto tra Francesco Totti e Luciano Spalletti non sia idilliaco già lo si sapeva. Ma ora, dopo che è uscita in tutte le librerie la biografia dell’ex capitano della Roma, “Un Capitano”, è arrivata un’ulteriore conferma.

La bandiera giallorossa ha infatti raccontato il rapporto con il suo ex allenatore nella sua biografia partendo da quanto successo prima di Roma-Palermo, febbraio 2016: “Tu ormai sei come gli altri, dimenticati di essere insostituibile – le parole di Spalletti -. Hai sbagliato e adesso vai a casa”.

L’allora numero dieci rispose: “Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il ca…? Hai una missione, portala a termine”.

I due continuarono a non avere rapporti, fino a quando a Bergamo, ad aprile del 2016: “Sabato sera a Bergamo io, Mire e Radja siamo riuniti in camera mia – sullo schermo c’è il Texas Burraco – quando, attorno alle 23.30, Spalletti in tuta nera arriva di soppiatto davanti alla mia porta e si siede a terra subito fuori, la schiena appoggiata alla parete, in attesa, praticamente invisibile perché il corridoio è poco illuminato […]”.

“Poco prima di mezzanotte esce De Rossi. Nella semioscurità non crede ai suoi occhi. “Mister, è lei? Ma che sta facendo?”. Spalletti risponde a bassa voce: “Niente, niente, tanto so che adesso avviserai i tuoi amici…”. Daniele fa lo gnorri, “Ma che avvisare, mi faccio gli affari miei”, torna in camera e manda subito un WhatsApp a Pjanic: “Occhio che avete il mister in agguato fuori dalla porta””.

“Sono le 0.15, un quarto d’ora dopo l’orario limite: nulla di particolarmente grave, ma Radja e Mire valutano ugualmente l’idea di scappare dalla finestra lasciandosi cadere giù. Siamo al secondo piano, però. È troppo alto […]  Alla fine socchiudo la porta di quel tanto che basta per vedere le gambe distese di Spalletti. Radja esce fingendo di inciamparvi, “Oddio, chi è? Mister, ma che diavolo…”, Pjanic lo segue e io… chiudo la porta alle loro spalle. In tempo però per sentire la voce sarcastica di Spalletti: “Non fate i furbini, io lo so cosa facevate nella camera di Francesco, giocavate a carte”, e Mire subito: “Quali carte? No, eravamo al computer!”. “Facciamo i conti domani” è l’ultima, minacciosa frase che mi arriva”.

Il giorno dopo: “Trovo la faccia di Spalletti a un centimetro dalla mia – scrive Totti -. Mi aspettava: “Basta, hai rotto le palle, pretendi di comandare e invece te ne dovresti andare, giochi a carte malgrado i miei divieti, hai chiuso”. Il tutto gridato al massimo volume. È l’ultimo litigio tra me e Spalletti, nel senso che perdo le staffe anch’io e ci devono separare in quattro perché altrimenti ce le daremmo di santa ragione”.

La partita, Atalanta-Roma, finì 3-3: Totti entrò a 13 minuti dalla fine e segnò il gol del pareggio con un destro dal limite su assist di Florenzi. “La partita l’ha raddrizzata la squadra, Totti ha fatto il gol – il freddo commento di Spalletti nel post partita -. Lui ha calciato in porta come l’altra volta ha dato un pallone: se ne dava tre, facevamo tre gol. Dal punto di vista giornalistico e di sentimenti, ci fa piacere questa attenzione, ma è sempre la squadra che raddrizza. Mai un giocatore”.

Insomma, non è difficile immaginare perché Totti non abbia invitato Spalletti alla serata di questa sera al Colosseo in cui, davanti a 300 invitati (presenti i campioni d’Italia del 2001 e quelli del mondo del 2006, oltre a tanti ex compagni e allenatori) la leggenda giallorossa presenterà il suo libro (il ricavato andrà in beneficenza al Bambin Gesù) e festeggerà i suoi 42 anni.

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