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“La Juventus Spa andava sciolta”: l’accusa della Procura alla luce dei bilanci disastrati

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 4 Dic. 2022 alle 13:18 Aggiornato il 4 Dic. 2022 alle 13:19

La Juventus ha “celato l’erosione del capitale sociale in ben due esercizi” secondo la Procura, “circostanza che, al di là del valore del titolo, integra una causa di scioglimento”: nella misura cautelare richiesta dagli inquirenti per l’ex direttore sportivo del club bianconero Fabio Paratici e l’ex presidente Andrea Agnelli – poi respinta dal gip – si legge come la società “non avrebbe potuto operare” con i conti in disordine del 2018/2019 e 2020/2021 e non avrebbe neanche potuto essere quotata in borsa. “Insufficienti” i due aumenti di capitale da 700 milioni, secondo le carte della Procura, citate dal Fatto Quotidiano. Un appunto ritrovato durante le perquisizioni nella sede del club certifica come il tentativo di risanare i conti con nuove iniezioni di liquidità fosse fallito: “Riunione area sport 25.2.20… Aumento di capitale 300 già bruciato”.

E se non bastasse, ci sono le intercettazioni tra l’ad Maurizio Arrivabene e il direttore finanziario Stefano Bertola: “Fatti i conti della serva noi dovevamo fare, per star tranquilli, un aumento di capitale di 650 milioni, non di 400 (…) per sanare”. La risposta di Bertola: “Siamo andati decisamente over spending (…). Cioè 700 milioni in due anni stiamo chiedendo ad Andrea e non bastano”. In un verbale datato 12 febbraio 2021 Bertola stesso ha precisato: “L’obiettivo per questa stagione è non avere un patrimonio netto negativo”. Dato che non risulta mai andare sotto lo zero, neanche nell’ultimo bilancio modificato in vista dell’assemblea dei soci del 27 dicembre.

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