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“Qui a Tokyo lo sport riparte dopo un anno di Covid, c’è gran voglia di gareggiare”: a TPI il tecnico della Federazione Nuoto

Da Tokyo il tecnico Benedetta Molaioli e i tuffatori azzurri Lorenzo Marsaglia e Andreas Sargent Larsen

"Finalmente siamo a Tokyo. Dopo un anno, ci mancava la possibilità di confrontarci a livello internazionale. Qui c'è una grande organizzazione, ovviamente è diverso dal passato, ma l'importante è esserci e tornare a gareggiare". Parla a TPI Benedetta Molaioli, responsabile dei tuffi del Circolo Canottieri Aniene di Roma e tecnico della Federazione Italiana Nuoto, in questi giorni nella capitale giapponese con la nostra Nazionale per la Coppa del Mondo di tuffi, che vale il pass per le Olimpiadi di quest'estate. Dieci gli atleti azzurri che si giocheranno questa chance: "Chiusa l'era Cagnotto, abbiamo alcuni giovani interessanti, che in questa Olimpiade di Tokyo intanto possono puntare alla finale, per poi farsi trovare pronti per i prossimi Giochi"

Di Antonio Scali
Pubblicato il 29 Apr. 2021 alle 12:26 Aggiornato il 29 Apr. 2021 alle 15:20

Dieci atleti azzurri a caccia del pass per le Olimpiadi di Tokyo che si svolgeranno, dopo il rinvio di un anno a causa del Covid, dal 23 luglio all’8 agosto 2021. Stiamo parlando della Nazionale italiana di tuffi, giunta nella capitale del Giappone per disputare la Coppa del Mondo, con in palio gli ultimi pass a cinque cerchi. Il Direttore Tecnico Oscar Bertone ha selezionato dieci atleti, cinque ragazzi e cinque ragazze, che proveranno a cogliere quest’ultima occasione per realizzare un sogno chiamato Olimpiade. Si tratta, soprattutto, di uno dei primi importanti eventi sportivi a livello internazionale a ripartire dopo i mesi più bui del Covid. Ne abbiamo parlato con il tecnico della Federazione Italiana Nuoto Benedetta Molaioli, responsabile dei tuffi del Circolo Canottieri Aniene, che segue da vicino due dei ragazzi attualmente impegnati nella Coppa del Mondo di Tokyo, Andreas Sargent Larsen e Lorenzo Marsaglia. Gli altri atleti azzurri che partecipano a questa Coppa, in programma al Tokyo Aquatics Centre che ospiterà le Olimpiadi, sono Noemi Batki (già qualificata per i Giochi), Elena Bertocchi, Maia Biginelli, Sarah Jodoin Di Maria, Chiara Pellacani, Giovanni Tocci, Eduard Timbretti Gugiu e Maicol Verzotto.

Dottoressa Molaioli, l’Olimpiade è ormai a un passo e insieme ai ragazzi della nostra Nazionale si trova a Tokyo per la Coppa del Mondo di tuffi. Com’è la situazione nella capitale nipponica?

“Finalmente siamo a Tokyo. Questa gara, a causa della pandemia, è stata rinviata più volte. Adesso sono riusciti ad organizzarla creando una sorta di bolla. Posso dire che abbiamo trovato una grande organizzazione da parte della città. Appena sbarcati dall’aereo ci hanno fatto il tampone e ogni giorno al mattino siamo sottoposti a test salivare. Ci sono tanti volontari e gli spazi sono molto ampi per garantire il distanziamento. Chiaramente il classico spirito olimpico di condivisione dovrà essere limitato, però l’importante è esserci, c’è una grande voglia da parte di tutti di tornare alle gare”.

Come per tutti, anche per voi sportivi questo anno di pandemia ha causato rinvii e rinunce. Come avete fatto ad allenarvi in modo da farvi trovare pronti per questo importante appuntamento che vale l’Olimpiade?

“A marzo e aprile del 2020, durante il lockdown, siamo stati in casa e i ragazzi si sono potuti allenare facendo ginnastica. I tuffi sono una disciplina che ha una grande componente di preparazione fisica, con movimenti e tecniche che si affinano in palestra. Piano piano da aprile in poi abbiamo potuto allenarci nel nostro centro a Roma e abbiamo fatto qualche gara a livello nazionale. Quello che è mancato di più è il confronto a livello internazionale”.

Cosa ha comportato per gli atleti il rinvio di un anno dell’Olimpiade? Come è cambiata la preparazione?

“I miei ragazzi sono giovani per cui per loro può essere vista come un’opportunità per avere più tempo per crescere e farsi trovare pronti, anche mentalmente, dopo quest’anno difficile. Inoltre in questo modo si è accorciata l’attesa per le prossime Olimpiadi, quelle di Parigi, che saranno fra tre anni. Chiaramente al contrario per atleti più maturi questo rinvio può essere pesante: Tania Cagnotto ad esempio ha deciso di smettere”.

I tuffi hanno garantito sempre parecchie medaglie all’Italia. Che obiettivo vi date in vista di queste Olimpiadi?

“Chiusa l’era Cagnotto, abbiamo alcuni giovani interessanti, che in questa Olimpiade di Tokyo intanto possono puntare alla finale, per poi farsi trovare pronti per i prossimi Giochi. È importante che facciano esperienza ad alto livello, crescendo in vista di Parigi 2024. Dei dieci azzurri che si giocano il pass per le Olimpiadi con la Coppa del Mondo, sarebbe un buon risultato se più della metà di loro riuscisse a qualificarsi”.

Come è nata la sua passione per i tuffi e qual è il suo sogno nel cassetto?

“A sei anni – spiega Benedetta Molaioli a TPI – ho iniziato a fare tuffi quasi per gioco. Quando a 18 anni ho capito che non sarei diventata una grande campionessa, ho iniziato ad allenare e a studiare Economia all’Università. Uno dei ragazzi che attualmente alleno, Lorenzo Marsaglia, ha iniziato proprio all’epoca con me. Nel 2009, durante i Mondiali di Nuoto a Roma, ho lavorato come Junior Manager del settore Logistica. Dopo quell’esperienza, ho avuto l’opportunità di lavorare all’Acquaniene, l’impianto sportivo del Circolo Aniene della Capitale. Da lì sono riuscita a far riaprire la sezione dei tuffi al Circolo, rendendo la mia passione da bambina una professione, e di questo ne vado molto orgogliosa! Il mio sogno per i prossimi anni è quello di realizzare una piscina per i tuffi, perché in Italia ci sono pochi impianti. Sarebbe un modo per avvicinare tanti bambini in più a questa disciplina e trovare così dei nuovi talenti”.

Mi parli un po’ dei suoi due giovani talenti, Andreas Sargent Larsen e Lorenzo Marsaglia.

“Andreas e Lorenzo sono due ragazzi molto diversi, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Entrambi sono accomunati però da questo grande sogno che coltivano sin da bambini che è partecipare alle Olimpiadi. Nelle gare invernali che si sono disputate quest’anno hanno vinto tutti i titoli al maschile, questa per noi è una grande soddisfazione. Come accennavo, Lorenzo ha iniziato quando io ho cominciato ad allenare: è cresciuto con me. Andreas invece ha la doppia cittadinanza, danese e italiana. Nel 2018 ha deciso di trasferirsi a Roma e ha scelto la nazionalità sportiva italiana, perché in Danimarca non aveva più la possibilità di progredire, tanto che aveva smesso di fare tuffi. L’ho quindi convinto a venire in Italia e grazie al Circolo Aniene e alla Federazione Nuoto ha potuto esprimere tutto il suo talento e avere la possibilità di diventare un grande tuffatore”.

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