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È vero che il ciclismo causa la disfunzione erettile?

Diversi studi sostenevano che il ciclismo fosse collegabile a problemi fisici maschili, ma una recente ricerca dell'Università della California sembra confutare questa idea

Di Camilla Palladino
Pubblicato il 19 Feb. 2018 alle 15:42 Aggiornato il 19 Feb. 2018 alle 15:45

Una cosa è certa: l’attività fisica previene l’invecchiamento e la sedentarietà è uno dei principali problemi di salute della nostra epoca.

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A questo proposito, una ricerca del 2011 ha mostrato che il ciclismo migliora la forma fisica e la speranza di vita; mentre da un altro studio del 2017 risulta che i ciclisti hanno meno probabilità di sviluppare malattie cardiache o tumori.

Recentemente, però, il ciclismo è stato collegato a problemi prettamente maschili, tra i quali la disfunzione erettile: alcuni ricercatori norvegesi, infatti, hanno elaborato la teoria secondo la quale la sella diminuisce il flusso di sangue verso  gli organi genitali maschili.

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Lo studio, basato sui dati di 160 uomini, registrati dopo aver preso parte a un lungo tour in bicicletta, ha mostrato che, dopo l’esperimento, un uomo su cinque ha sofferto di insensibilità al pene, durata fino a una settimana dopo il tour, e poco più di uno su dieci ha sviluppato una disfunzione erettile che è durata nella maggior parte dei casi più di una settimana.

Un’altra statistica risalente al 2014 ha collegato il ciclismo al cancro alla prostata. Ma gli stessi ricercatori hanno ammesso che il loro campione era troppo piccolo, che erano necessarie ulteriori ricerche e che le loro scoperte non significavano necessariamente che vi fosse un legame diretto tra le due cose.

Un ulteriore studio condotto nel 2009 e che ha coinvolto 15 triatleti spagnoli ha rilevato che coloro che percorrono più di 300 chilometri a settimana hanno livelli talmente bassi di sperma da rischiare problemi di fertilità.

Per capire una volta per tutte se il ciclismo potesse in qualche modo essere collegato a problematiche fisiche maschili, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio che ha coinvolto 2.500 ciclisti, molti di più di quelli analizzati nelle ricerche precedenti.

Lo studio, che comprende non solamente ciclisti ma anche nuotatori e corridori, ha illustrato che coloro che vanno in bicicletta non mostrano funzioni sessuali o urinarie peggiori rispetto ai nuotatori o ai corridori, ma sono solamente più inclini a una stenosi uretrale, che può limitare il flusso di urina.

I ricercatori, effettuando un controllo sull’età, hanno scoperto addirittura che i ciclisti più allenati ed esperti soffrono meno degli altri di disfunzione erettile.

In conclusione, Benjamin Breyer, professore all’Università della California, consiglia ai ciclisti di adottare misure di sicurezza per evitare l’insensibilità causata dai sellini, ma assicura che il ciclismo non causa disfunzione erettile.

Anzi, il miglioramento che tale sport apporta alle funzioni cardiovascolari dà modo di pensare che, al contrario, il ciclismo aiuti gli uomini più maturi a migliorare le proprie prestazioni sessuali.

“Certamente, stare seduti sul divano o davanti al computer otto ore al giorno è la cosa peggiore per la salute sessuale e per quella generale”, ha chiosato Breyer.

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