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Napoli, De Laurentiis contro Insigne: “È scomodo, decida cosa vuole fare da grande”

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ci va giù pesante con Lorenzo Insigne: "

Di Carmelo Leo
Pubblicato il 17 Ott. 2019 alle 15:18 Aggiornato il 17 Ott. 2019 alle 15:22

Napoli, De Laurentiis contro Insigne: “È scomodo, decida cosa vuole fare”

Stamattina Aurelio De Laurentiis, al palazzo del Comune di Napoli per firmare la convenzione che lega la società partenopea allo stadio San Paolo per altri cinque anni, ha parlato di tanti temi con i giornalisti presenti: dall’allenatore Carlo Ancelotti alla situazione di alcuni calciatori, su tutti quella di Lorenzo Insigne.

Il capitano del Napoli, infatti, nelle ultime settimane è stato al centro di una presunta lite con Ancelotti, reo di non averlo convocato per l’ultima partita di Champions League contro il Genk per scelta tecnica: “Insigne è andato in tribuna perché l’ho visto meno brillante e pronto e ho preferito tenerlo fuori e prepararlo per la prossima partita”, ha spiegato il mister.

Per ricucire lo strappo, nella giornata di ieri a Castel Volturno è arrivato anche l’agente di Insigne, Mino Raiola. Sollecitato sulla questione, oggi Aurelio De Laurentiis non si è tirato indietro. Anzi: “Io lascio vivere. Il problema di Insigne e di Raiola – ha detto il presidente del Napoli – non lo risolve De Laurentiis, ma lo deve risolvere Insigne in primis, che deve capire da grande cosa vuole fare. Ha sempre avuto un atteggiamento di scomodità a Napoli”.

“Io lo capisco – ha continuato De Laurentiis – e lo proteggo, mi piace, mi sta molto simpatico, però ha sempre sentito scomoda la situazione napoletana, fin dall’epoca di parecchi anni fa. Allora voglio dire che bisogna che lui si tranquillizzi e diventi una persona più serena. È un grandissimo calciatore e può essere più in forma o meno in forma. Se è meno in forma, a giudizio dell’allenatore che non lo utilizza, non può uscirsene Insigne con battute o atteggiamenti quasi di sfida. L’allenatore è un padre di famiglia, ha 60 anni e non ti manda a quel paese perché ha tre volte la tua età”.

De Laurentiis ha risposto poi a un paio di domande su Dries Mertens, un altro che – nonostante continui a essere grande protagonista in campionato – sembra essere con le valigie pronte per la prossima stagione, visto che il suo contratto scade a giugno: “Per lui – ha dichiarato il presidente – non sono disposto a fare sforzi importanti, ogni giocatore ha un suo valore a seconda di dove gioca e che età ha. Se poi un giocatore vuole andare a fare le marchette in Cina perché viene strapagato questo è un problema suo”.

“Se, perché viene strapagato – ha aggiunto il patron partenopeo – va a vivere due o tre anni di merda, questo è un problema suo, nel quale io non posso entrare. Non posso considerare concorrenziale la Cina, che considero lontana. Se altri la considerano vicina sono problemi loro, che non mi riguardano. Nella vita bisogna scegliere se essere contenti, e lavorare in quello che ti piace, o se vuoi lavorare solo per soldi. Se considerano i soldi un fine, vadano in Cina”.

Riguardo al resto della rosa, particolarmente importanti le dichiarazioni su Kalidou Koulibaly Fabian Ruiz: “Al primo sono affezionato e non l’ho venduto neanche per 150 milioni, poi arriverà un momento in cui bisognerà venderlo per forza”, ha detto De Laurentiis, mentre sul secondo è stato netto: “Se io mi convinco a pagare uno che è sconosciuto 30 milioni non sono nato ieri. Chiaramente il giocatore vale. Abbiamo Fabian Ruiz ma chissà quanti altri ne troveremo, la porta è sempre aperta non bisogna mai affezionarsi a un giocatore”.

Chiusura, infine, su Ancelotti: “Ho un allenatore molto bravo, c’è un rapporto amichevole, stima reciproca. Ho sentito e letto di tutto e di più, che io avrei litigato con Ancelotti, ma ho sempre detto che Ancelotti può restare qui anche dieci anni. Io sono per la continuità. Anche nel cinema, con Verdone ho l’esclusiva da 17 anni. Voi volete vendere, provocare, ma non è così, non si può avere tutto e subito”.

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