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Buffon, la Uefa ha deciso: tre giornate di squalifica. Ora la firma con il PSG?

L'ex portiere della Juventus Gigi Buffon

L'ex portiere della Juve paga le proteste dopo il rosso rimediato contro il Real Madrid

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 5 Giu. 2018 alle 15:41 Aggiornato il 5 Giu. 2018 alle 15:41

Tre giornate di squalifica. Questa la decisione della Uefa ai danni dell’ormai ex portiere della Juventus Gigi Buffon. La commissione disciplinare ha punito l’estremo difensore per aver contravvenuto ai “principi di buona condotta” subito dopo l’espulsione rimediata nei minuti finali della sfida di Champions League contro il Real Madrid e lo sfogo post partita.

Una squalifica che non dovrebbe compromettere il suo passaggio al Paris Saint Germain. I parigini infatti in caso di pesantissima squalifica non avrebbero proseguito la trattativa con l’ex bianconero.

L’idea del presidente Al Khelaifi è quella di puntare su Gigi per vincere la Champions League e la Champions si vince dagli ottavi di finale in avanti. Fino a quattro turni di stop, quindi, non ci sarebbe stato nessun problema. Con tre ancora meglio…

A scatenare l’ira del portiere italiano fu l’assegnazione da parte dell’arbitro di un calcio di rigore al Real Madrid nei minuti di recupero della gara di ritorno dei quarti di finale della Champions League sul clamoroso risultato di 3-0 per i bianconeri (a un passo dal passaggio del turno) e la conseguente espulsione di Buffon per le vibranti proteste.

Quel rigore e il successivo gol dal dischetto di Cristiano Ronaldo eliminarono la Juventus dalla manifestazione scatenando la furia verbale di Gigi anche nel post partita.

“Arbitro insensibile”, una delle frasi incriminate affidate ai giornalisti presenti nella mixed zone del Santiago Bernabeu e poi divenute virali sui social e non solo. “Oliver ha un bidone della spazzatura al posto del cuore”, aggiunse Gigi.

“Si segga in tribuna con la famiglia con patatine e fruttini e si guardi le partite”, un’altra uscita infelice del bianconero. Che poi chiuse i discorsi con un “non ha capito un c…”.

Parole che fecero aprire alla Uefa due filoni del procedimento. Il primo relativo al cartellino rosso ricevuto dall’arbitro Oliver dopo le proteste per il calcio di rigore assegnato (il fallo di Benatia su Vazquez); il secondo relativo alla violazione dei principi generali di comportamento.

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