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Arbitri, Alfredo Trentalange si dimette da presidente dell’Aia dopo lo scandalo D’Onofrio

Credit: Ansa
Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 18 Dic. 2022 alle 16:12 Aggiornato il 18 Dic. 2022 alle 16:14

Arbitri, Alfredo Trentalange si è dimesso da presidente dell’Aia

Alfredo Trentalange non è più presidente dell’Aia, Associazione Italiana Arbitri: l’ex arbitro, infatti, ha rassegnato le dimissioni.

Ad annunciarlo è stata la stessa Aia attraverso un comunicato: “Alfredo Trentalange ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente dell’Associazione Italiana #Arbitri. Questa sera, alle 21, i Componenti del Comitato Nazionale incontreranno in videocall i Presidenti delle rispettive macro regioni per spiegare le ragioni della scelta”.

Trentalange era a capo dell’Associazione Italiana Arbitri quando aveva sconfitto alle elezioni il presidente uscente Marcello Nicchi.

Nelle ultime settimane era stato travolto dallo scandalo D’Onofrio, il procuratore dell’Aia arrestato per traffico internazionale di droga.

Una vicenda della quale si è anche occupata TPI con un articolo pubblicato sull’ultimo numero del nostro settimanale, in edicola da venerdì 16 dicembre 2022.

È il 10 novembre 2022 quando il Capo della Procura arbitrale Rosario D’Onofrio viene arrestato per traffico internazionale di stupefacenti, colto in flagrante con 44 kg di marijuana. Dopo una condanna a 2 anni e 8 mesi – che stava scontando ai domiciliari da maggio 2020 – viene nominato Procuratore capo dell’Associazione Italiana Arbitri.

È il 6 marzo 2021 quando, a tre settimane dall’elezione, il neo presidente dell’AIA, Alfredo Trentalange, gli affida le sorti della giustizia arbitrale. Quando D’Onofrio finisce in manette, i vertici dell’AIA negano il benché minimo sospetto mentre l’ex arbitro Giacomelli – da poco rimosso per 70 euro di rimborsi illegittimi – accusa pubblicamente D’Onofrio di averlo punito su volontà dei vertici dell’Aia.

Trentalange era finito nel mirino del procuratore federale Chinè, secondo cui l’ormai ex capo degli arbitri avrebbe omesso qualsiasi iniziativa volta ad accertare i reali requisiti professionali e di moralità di D’Onofrio.

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