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L’Urlo di Penelope nella Giornata contro la violenza sulle donne: la campagna di InOltre Alternativa Progressista

Di Francesca Grosso

I nomi delle vittime di femminicidio, in Italia, dal 2006 al 2020, raccolti in un'opera. Un unico urlo e una poesia di Alda Merini.

Di Redazione TPI
Pubblicato il 25 Nov. 2021 alle 18:06 Aggiornato il 25 Nov. 2021 alle 18:48

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di InOltre – Alternativa Progressista, che lancia la sua campagna di sensibilizzazione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Penelope che tesseva la tela di giorno e la disfaceva di notte. Penelope che, sabotando il suo stesso lavoro, cercava di sfuggire alle pressanti attenzioni dei Proci. Penelope che non ha voce, ma solo un telaio. “La figura di Penelope è comunemente relegata al ruolo di mero angelo del focolare, che sopravvive per arrivare sino ai giorni nostri, paradigma perfetto della donna votata all’abnegazione. Obbediente, fedele a quanto le aspettative sociali e la morale corrente raccomandano. Penelope è un simbolo epico, esempio altissimo di fedeltà coniugale, la cui vita è raccontata dalle parole di Omero, ed esiste in totale funzione dell’eroe. Aspetta Odisseo per 20 anni per poi essere nuovamente abbandonata dal marito; incarna perfettamente il ruolo di creatura subordinata alla superiorità maschile, di cui si può disporre come un oggetto. Ma se Penelope avesse potuto raccontare da sé la propria storia, quale sarebbe stata la sua voce? Se la Storia è la storia narrata dai vincitori, la storia dei poteri che si succedono con violenza, qual è la voce di chi viene messo in disparte, discriminato, messo a tacere? Noi vogliamo dunque che questa voce sia un urlo risonante in ogni angolo del pianeta: un urlo di secoli stratificati” queste le parole di Giordano Bozzanca, Presidente dell’associazione InOltre Alternativa Progressista.

“Dal 2000, sono 3.230 le donne vittime di femminicidio in Italia, di cui solo 2.355 in ambito famigliare, con 1.564 uccise per mano del proprio partner. Nel mondo, ne muoiono 137 ogni giorno. Un numero incalcolabile di vite compromesse e di contributi unici, alla società, andati perduti, con quelle stesse donne, per sempre. Le cose devono cambiare, queste urla, di dolore e disperazione, non possono continuare a rimanere inascoltate”.

“Ogni giorno in Italia 89 donne sono vittime di reati di genere: atti persecutori e abusi psicologici, fisici e sessuali, commessi soprattutto da mariti e compagni, nel 34% dei casi, oppure dagli ex, nel 28% dei casi. Dall’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della polizia si rileva che sempre più donne stanno cercando di fermare questa violenza. Nel 2021 sono le siciliane in prima linea nelle denunce: 172 ogni centomila abitanti donne, seguono le donne campane (152 ogni centomila abitanti), le donne lombarde (132), del Lazio (124) e del Veneto (112). Alla loro voce, forte e coraggiosa, deve unirsi quella della popolazione e del Governo, per fermare, una volta per tutte, la violenza e gli abusi”.

C’è un denominatore comune, che lega tutte queste donne, cui, talvolta, il proprio assassino ha negato perfino il diritto di essere seppellite con il proprio nome: se sei donna, il tuo corpo è terreno di rivendicazioni costanti, talvolta persino di dibattito politico. Se sei donna, ci si aspetta che tu sia madre, consigliera, amante e non certo protagonista della tua esistenza. Che tu sia capace di negare te stessa, al punto tale da trascorrere le notti a disfare i fili del tuo esistere, come faceva Penelope, piuttosto che a dar voce ai tuoi bisogni, ai tuoi sogni, al tuo io.

Ma Penelope una voce ce l’aveva. E come lei tutte le donne che compongono quella statistica, la cui vita non può essere ridotta a mera cifra decimale. E’ questo l’intento perseguito da @Francesca Grosso nella sua opera, “L’urlo di Penelope”, realizzata grazie all’inestimabile apporto fornito dagli archivi di “Femminicidio Italia” e di “Casa delle donne di Bologna”. Un ritratto che è al tempo stesso denuncia e monito all’intera società civile: non si può essere sordi al grido di dolore che lacera il ventre del Paese. L’opera “L’urlo di Penelope” riporta i nomi delle vittime di femminicidio dal 2006 al 13 Novembre 2020.

InOltre Alternativa Progressista lancia, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, l’iniziativa #urlodipenelope, per sensibilizzare l’opinione pubblica a non essere solo ricettiva di quel grido, ma a gridare a sua volta, ogni giorno e non solo il 25 Novembre, #bastaviolenzasulledonne. Da domani l’opera sarà visibile presso la Casa del Municipio Roma I, a Prato, Torino, Trieste, Ancona, Palermo, Venezia, L’Aquila, Pescara, Siderno e in tante altre amministrazioni e sedi del Partito Democratico, che esporranno insieme l’opera.

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