Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Spettacoli » TV

Sandra Milo a Domenica In: “Denunciare le violenze non serve a niente”. Mara Venier la riprende: “Non dire così”

Di Marco Nepi
Pubblicato il 9 Apr. 2023 alle 15:47 Aggiornato il 9 Apr. 2023 alle 16:11

Tra i protagonisti della puntata di oggi, 9 aprile 2023, di Domenica In c’è stata sicuramente Sandra Milo. L’attrice ha festeggiato il suo recente 90esimo compleanno. “Mi sento bene e non mi chiedo quanti anni ho. Sono passaggi belli quelli della mia età. Mi sento anche più sicura di me stessa. Non ho ansia e senso della colpa, soprattutto per i figli”, le sue parole.

Poco dopo Mara Venier le ha chiesto qual è stato il periodo più felice e quello più complicato: “Il più felice quando nasce un figlio. Il più complicato quando ti toccano i figli. Ho avuto tre maternità complicate. La mia prima figlia, Debora, non era riconosciuta perché adulterina. Il mio primo compagno mi minacciò di non farmi vedere più la piccola. Allo Sato scrissi di fare chiarezza sulla situazione dei bambini all’epoca. Ci fu una riforma sulla famiglie e i figli divennero legittimi”.

Il suo amore però è stato Fellini: “Era meraviglioso: i suoi contemporanei non l’hanno capito. Non era cinico, si innamoravano tutti di lui”. Da Sandrocchia a Sandrina, i soprannomi di Sandra Milo dati da Fellini sono tanti: “L’ho amato tanto. Eravamo sposati entrambi ma Federico era di tutti. Io ero posseduta dall’amore nei suoi confronti”.

Sandra Milo ha poi raccontato di una violenza subita nel 1981, in cui ha riportato gravi ferite alle orecchie, senza specificare il nome dell’autore dell’aggressione. Mara Venier ha quindi detto: “Bisogna denunciare Sandra, così non ci saranno più episodi del genere. Ti sembra normale che prima ci fosse il delitto d’onore?”. La Milo ha però sorpreso al conduttrice: “Non serve a nulla denunciare, ma bisogna educare queste persone”. Poi ha citato come esempio Caino che non fu punito da Dio. La Venier a quel punto ha precisato: “Non siamo davanti a Dio, c’è una legge che ci può tutelare”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version