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Chi era Raul Gardini, l’imprenditore protagonista del film di Rai 1 con Fabrizio Bentivoglio

Di Antonio Scali
Pubblicato il 23 Lug. 2023 alle 17:54

Chi era Raul Gardini, l’imprenditore protagonista del film di Rai 1 con Fabrizio Bentivoglio

Chi era Raul Gardini, il grande imprenditore protagonista del film di Rai 1 interpretato da Fabrizio Bentivoglio? A 30 anni dalla sua morte, il film va in onda in prima visione questa sera, 23 luglio 2023. L’opera ricostruisce la figura dell’imprenditore ravennate e ripercorre un importante capitolo della storia del nostro Paese. Utilizzando materiale d’archivio, ricostruzioni e testimonianze inedite, la docufiction si apre con il varo del Moro di Venezia l’11 marzo 1990 e termina il 23 luglio del 1993, giorno del suicidio di Gardini, raccontando la complessità e le contraddizioni di un uomo con una visione strategica che ha sempre creduto nella crescita industriale dell’Italia e dell’Europa.

Attraverso la testimonianza dei manager che gli sono stati vicino, di Riccardo Muti, dei giornalisti che lo hanno conosciuto e grazie al toccante ricordo di Paul Cayard, timoniere de Il Moro di Venezia, emerge un ritratto privato e inedito di Raul Gardini, legato ai valori famigliari e alla sua terra d’origine.

La narrazione parte dal varo della barca Moro di Venezia, avvenuta l’11 marzo 1990 e termina nel giorno del suicidio di Gardini, il 23 luglio 1993. Pilar Fogliati interpreta una giornalista che, nel corso di un’intervista con Gardini (Fabrizio Bentivoglio, ndr), racconta le complessità dell’imprenditore e le vicende che lo hanno portato a essere uno degli italiani più noti al mondo.

Gardini comincia a lavorare giovanissimo nella Ferruzzi s.r.l. (1952), appena conseguito il diploma di perito agrario (del 1987 è la laurea ad honorem in agraria all’università di Bologna). Nel 1957 sposa Ida Ferruzzi, figlia di Serafino, fondatore della Ferruzzi, e alla morte di questi (1979) gli subentra alla guida del gruppo. Nel 1986 Gardini assume il controllo della società chimica Montedison e promuove la creazione di una nuova struttura finanziaria, la Ferfin che include: Montedison, Fondiaria, Calcestruzzi, il Messaggero, Tele Montecarlo, ecc. Nel 1989 è quindi fra i promotori del progetto Enimont, la joint-venture che raggruppa le attività chimiche di Montedison e di Enichem (società chimica dell’Eni). Fallito tale progetto (1991), Raul Gardini separa i proprî interessi da quelli della famiglia Ferruzzi e fonda la Gardini s.r.l., per la quale compie una serie di importanti operazioni finanziarie. Nel 1993, da poco sottoposto ad indagini giudiziarie, Gardini muore tragicamente in un momento di gravissime difficoltà finanziarie del gruppo Ferruzzi, le cui origini sono fatte risalire al periodo della sua presidenza.

La data chiave è proprio quella di 30 anni fa, il 23 luglio 1993. Parliamo infatti del giorno in cui Gardini avrebbe dovuto essere interrogato nell’inchiesta sulla “madre di tutte le tangenti” per Enimont. Raul Gardini muore con un colpo di pistola alla tempia. Per l’Italia degli anni ’90, travolta da Mani Pulite e dalle stragi di mafia, è un nuovo choc. Gardini è uno degli italiani più noti al mondo: come capo della Ferruzzi Montedison, un impero industriale tra chimica agricoltura e media, e per le imprese del suo Moro di Venezia nella Coppa America di vela.

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