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Pippo Baudo: “La Rai deve essere plurale e di tutti, un tempo la lottizzazione era intelligente”

Di Marco Nepi
Pubblicato il 30 Mag. 2023 alle 18:09 Aggiornato il 30 Mag. 2023 alle 18:10

“La Rai è di tutti gli italiani, al di là di ogni conduzione o convinzione politica. È dei cittadini che pagano il canone e quindi deve essere plurale”: Pippo Baudo, simbolo della tv pubblica, parla delle porte girevoli in Viale Mazzini. “Ho seguito l’ultima puntata di Che tempo che fa, mi è piaciuta moltissimo – ha detto Baudo – ho apprezzato la lettera della Littizzetto che condivido pienamente. Anche l’atteggiamento di Fabio Fazio è stato molto dolce, simpatico, invitante”, dice Baudo all’agenzia Ansa.

Per lo storico conduttore quello di Fazio è “un programma ricco di spunti, interviste, ospiti straordinari. È un peccato che un’esperienza simile finisca, ma se Fazio ha deciso di lasciare dopo 40 anni la Rai qualche motivo ci sarà”. Parlando degli anni della spartizione della tv pubblica aggiunge: “Era una lottizzazione intelligente, dava spazio ai rappresentanti di ogni tendenza politica e quindi era una Rai plurale. Oggi invece c’è la tendenza a volerla controllare, regolare. Il servizio pubblico deve assicurare a tutti il diritto di parola, deve mettere sul tavolo tutte le carte, poi lo spettatore sceglie quelle che vuole”.

Sulle dimissioni di Lucia Annunziata poi incalza: “Non bisogna per forza piacere a tutti, ma è necessario che tutte le idee abbiano diritto di cittadinanza. Altrimenti si fa un’offesa al pubblico, perché si parte dal presupposto che la gente a casa non sia capace di formarsi una propria idea. La libertà di scegliere è fondamentale”.

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