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Morto Sandro Petrone, storico volto del Tg2: aveva 66 anni

Di Antonio Scali
Pubblicato il 15 Mag. 2020 alle 13:21 Aggiornato il 15 Mag. 2020 alle 14:31

Morto Sandro Petrone, storico volto e giornalista del Tg2

È morto Sandro Petrone, storico giornalista del Tg2, che si è spento a soli 66 anni. Il cronista napoletano aveva un tumore ai polmoni che non è riuscito a sconfiggere. Un brutto male che tre anni fa lo aveva costretto alla pensione. Petrone aveva parlato anche pubblicamente della sua malattia, e aveva poi deciso di dedicarsi totalmente a un’altra sua grande passione, la musica: nel 2018 aveva pubblicato l’album “Solo fumo”.

Da giornalista Rai Sandro Petrone, morto nella notte tra il 14 e il 15 maggio 2020, era stato inviato di guerra in tutto il mondo. Dopo un’inizio di carriera nelle radio private, fu assunto come praticante nel 1985 dal Giornale di Napoli di Orazio Mazzoni nella redazione spettacoli. Dal 1987 sviluppa la sua esperienza nella Telemontecarlo dei brasiliani (Rede Globo) come reporter di guerra. Dal 1993 viene assunto in Rai dove si fa valere per le sue qualità di inviato e successivamente di conduttore del Tg2. Ha insegnato sin dal 1989 comunicazioni di massa e giornalismo in scuole e università, anche all’estero. Scrisse il libro “Il linguaggio delle news” edito da Rizzoli.

Sandro Petrone è stato il primo italiano a trasmettere dal Kuwait liberato, dalla ex Jugoslavia, dal Kosovo, dall’Iraq. Tra i momenti storici degli ultimi anni che ha raccontato da inviato, l’11 settembre dagli Usa e gli attentati dell’11 marzo a Madrid. Come detto, oltre al giornalismo la sua grande passione era la musica: “Mi piace raccontare le storie degli uomini e le storie che servono a denunciare gli abusi che minacciano la democrazia. Perciò per molti anni ho fatto il cantautore del Neapolitan Power. Quando non potevo ancora fare il giornalista. E da giornalista ho continuato a comporre canzoni, soprattutto durante i reportage all’estero, parole spinte dalle emozioni che nei servizi televisivi non trovavano posto. Canzoni che gli altri possano cantare. Anche la musica serve a mantenere in vita la gente. La musica è vita. E le parole in musica, un filo conduttore dell’esistenza”, aveva dichiarato Sandro Petrone, morto oggi ad appena 66 anni.

Per il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano Petrone è stato “un esempio per tutti” e la sua scomparsa una “grave perdita per il giornalismo“. Cordoglio anche da parte dell’Usigrai, che lo descrive come un collega “orgoglioso e appassionato del suo lavoro. Sempre gentile. Pronto a partire. Un professionista che amava la tv, amava la Rai, credeva nel Servizio Pubblico”.

“Io ricordo Petrone come un grandissimo professionista, una persona puntuale, innamorata di questo mestiere che in ogni cosa che faceva metteva entusiasmo della prima ora. Per lui il giornalismo non è mai stato una routine – osserva Sangiuliano all’Adnkronos – ma una ricerca attenta e un’indagine permanente della realtà”.

“Era napoletano come me. Lo ricordo dai tempi del Giornale di Napoli dove lui fu praticante nella redazione spettacoli – racconta il direttore – Quando lo incrociavo, mentre ero vicedirettore al Tg1, c’erano sempre dei simpatici scambi di battuta sulla comune napoletanità. Oggi gli dedichiamo un titolo in tutte le edizioni del telegiornale”. “Addio a Sandro Petrone, una vita trascorsa al Tg2 Rai prima come inviato nei teatri di guerra internazionali poi capo della redazione esteri. Era anche musicista. Aveva dedicato album alla sua malattia: ‘SoloFumo’. Lo presentò a Sanremo nel 2018”. Questo il  ricordo di Sandro Petrone da parte del Tg2 sul suo profilo Twitter.

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