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Fedez intervistato da Report sulle donazioni per il San Raffaele: inizialmente dovevano andare al Sacco di Galli

Di Antonio Scali
Pubblicato il 25 Mag. 2020 alle 18:05 Aggiornato il 25 Mag. 2020 alle 20:20

 

 

Fedez a Report sulle donazioni al San Raffaele

Questa sera, 25 maggio 2020, va in onda su Rai 3 una nuova puntata di Report, la trasmissione di Sigfrido Ranucci che intervisterà tra gli altri Fedez. Il rapper e sua moglie Chiara Ferragni nel pieno dell’emergenza Coronavirus hanno lanciato una raccolta fondi, donando loro in primis 100mila euro, per la creazione di un nuovo reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Un gesto che ha mobilitato tanti altri vip ma anche gente comune, in un momento in cui la sanità lombarda era particolarmente sotto stress. In breve tempo Fedez e Chiara Ferragni hanno raccolto 4,5 milioni di euro, che sono stati donati al San Raffaele, nosocomio privato del gruppo San Donato. Nel corso dell’intervista di stasera, 25 maggio 2020, a Report, il cantante svelerà i retroscena di queste importanti donazioni.

In poco più di una settimana Fedez e Chiara Ferragni hanno raccolto 4 milioni e mezzo di euro che sono stati devoluti al San Raffaele, ospedale privato del gruppo San Donato. Ma all’inizio la loro iniziativa di beneficenza era destinata a una struttura pubblica milanese, il Sacco del dottor Galli. Che cosa è andato storto?

Fedez Report, lo scontro con il Codacons

In questi mesi ha tenuto banco anche la lite tra Fedez e il Condacons, culminata lo scorso 10 maggio con la querela nei confronti del cantante per  “diffamazione, calunnia, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati”. La querela è la conseguenza di una guerra tra Fedez e il Codacons scoppiata dopo che l’associazione, lo scorso marzo, aveva denunciato il fatto che gli utenti, per partecipare alla raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme a sostegno della sanità italiana organizzata da Fedez e sua moglie Ferragni insieme a Salvo Sottile, erano obbligati al pagamento di una commissione. Denuncia che aveva portato ad un provvedimento d’urgenza dell’Autorità, oltre che ad un primo scontro tra il rapper e il Codacons che ha coinvolto anche l’opinione pubblica.

 

 

Fedez, infatti, aveva coinvolto i suoi follower e il popolo del web nella questione, spiegando in delle storie Instagram il meccanismo di funzionamento delle donazioni su Gofundme e puntando il dito contro l’associazione dei consumatori, accusata di ostacolare la solidarietà in un momento delicato come quello dell’emergenza Coronavirus. Il rapper milanese avrebbe inoltre, secondo il Codacons, accusato l’associazione “di aver avviato una raccolta fondi in favore degli ospedali italiani e di aver distratto le donazioni per finanziare se stessa”. A spiegarlo è lo stesso Codacons all’Adnkronos: “Questa è una tesi ridicola e smentita dalle informazioni contenute nella pagina in questione del sito Codacons, in cui si dichiarava in modo trasparente che le donazioni servivano a finanziare l’attività legale dell’associazione in tema di Coronavirus.

Fedez – proseguono – ha scatenato i followers contro il Codacons garantendo loro la totale immunità affermando testualmente che internet non è ‘un mezzo diffamatorio’ e che, pertanto, ‘si può dire il caz..o che si vuole’, tesi del tutto smentita dalle sentenze della Cassazione”. L’associazione, dopo questa storia, è stata colpita da numerosi e violenti attacchi e da minacce di morte, motivo per cui la denuncia è scattata anche nei confronti di molti follower del rapper. Fedez aveva commentato basito sui social la notizia della querela, dicendo ironicamente: “Omicidio, no?”.

Report, le anticipazioni della puntata del 25 maggio

Quanto ha guadagnato con l’emergenza Covid-19 la sanità privata nel nostro Paese? Nel Lazio gli ospedali accreditati mangiano oramai la fetta maggioritaria dei fondi stanziati dalla Regione per la sanità: ai privati infatti lo scorso anno è andato il 54 per cento delle risorse. E con il Coronavirus si sono proposti per gestire l’emergenza. Come il gruppo Angelucci. Report, in onda lunedì 25 maggio alle 21.20 su Rai 3, ha intervistato in esclusiva il capo del gruppo sanitario privato, Antonio Angelucci, parlamentare di Forza Italia.

In Lombardia invece, l’inchiesta fa i conti in tasca ai principali gruppi privati, scoprendo che parte dei loro notevoli guadagni, senza essere tassati in Italia, finisce nei Paesi Bassi, dove il premier Mark Rutte è uno degli acerrimi nemici del nostro Paese quando si parla di flessibilità sui conti. Inoltre il cantante e influencer Fedez rivela a Report il retroscena inedito dietro alla donazione da 4 milioni e mezzo di euro fatta al San Raffaele di Milano.

Tra i servizi della puntata di oggi di Report, secondo le anticipazioni, anche i “Segnali di fumo”. Dopo anni di lotta al fumo e diminuzione dei fatturati da sigarette tradizionali, le grandi aziende del settore hanno lanciato prodotti alternativi, tra cui quelli a tabacco riscaldato: gli HTP. Si assume nicotina ma senza combustione. All’apparenza gli HTP dovrebbero essere meno rischiosi per la salute, ma una relazione dell’Istituto Superiore di Sanità di cui Report è in possesso lo smentisce.

Eppure l’Iqos di Philip Morris e gli HTP delle altre aziende sono sottoposti a una tassazione molto più favorevole delle sigarette tradizionali. Chi lo ha deciso? Perché? Report, insieme ad altri dodici media internazionali coordinati dal Consorzio di giornalismo investigativo OCCRP nel progetto “Blowing Unsmoke”, lo racconterà, anche chiedendo conto a quei centri di ricerca che dicono di combattere il fumo ma sono finanziati dalle industrie del tabacco.

Bernardo Iovene infine racconta la “solidarietà limitata”. Con ordinanza della Protezione civile datata 29 marzo, il governo ha stanziato 400 milioni di euro per i Comuni italiani per erogare buoni spesa in favore delle famiglie più bisognose. L’Anci ha fissato delle linee guida abbastanza generiche sull’uso dei buoni. Di fatto, ogni Comune si è regolato un po’ come voleva. Il Comune di Ferrara ha inserito nei requisiti per chiedere il buono spesa l’obbligo della residenza e ha dato priorità a chi ha la cittadinanza italiana o europea. Ultimi i cittadini extra-Ue, e solo con permesso di soggiorno di lungo periodo. Come se la sarà cavata chi è rimasto bloccato sul territorio comunale per il lockdown? E il Comune avrà speso per intero il fondo dello Stato? Appuntamento dunque questa sera, 25 maggio, su Rai 3 dalle 21.20 con una nuova puntata di Report, con tanti servizi e l’intervista a Fedez.

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