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Serie e film: cosa vedere questo weekend in tv. I consigli del regista Matteo Vicino su TPI

Di Matteo Vicino
Pubblicato il 14 Ott. 2021 alle 16:13 Aggiornato il 14 Ott. 2021 alle 16:14

Cosa vedere questo weekend in tv: la rubrica di TPI

Il titolo della settimana è senz’altro, e per distacco, Midnight Mass, nuovo serial di Netflix che si contrappone con forza e autorialità a Squid Game, che è più di lana grossa, e più adatto all’intrattenimento puro. Midnight Mass è tutta un’altra pasta, e ce lo fa notare nelle prime due puntate, interlocutorie e difficili da subire, soprattutto la prima. Superato questo (grande) scoglio, è davvero una rivelazione.

L’idea alla base, del Corpo di Cristo, delle sacre scritture applicate al gotico e all’orrore, funziona in maniera perfetta, e il serial ha momenti di pura poesia, oltre a una incedenza che Edgar Allan Poe e Lovercraft avrebbero amato. Nondimeno l’ambientazione è davvero pervasiva, scuote, lega, e l’interpretazione di Padre Paul da parte di Hamish Linklater è da Emmy. Il regista Mike Flanagan, non a caso nato a Salem, nel Massachusetts, è un predestinato nell’ambito. La connotazione biblica rende il prodotto davvero sconvolgente per diversi tratti, ti lega, ti ammalia, ti ipnotizza. Midnight Mass è da vedere, superando l’ostacolo delle prime due puntate, e ci si può abbandonare in esso come in un lungo abbraccio (mortale). Si dimenticano alcune pecche in fotografia dovute al budget, mentre regia e montaggio sono di livello. Complimenti a tutti, originale, cupo, misterioso, avvincente.

Sempre in Netflix potete trovare “Between Two Ferns”, di tutt’altro registro. Film di Scott Aukerman con Zach Galifianakis (Una notte da leoni, Birdman, tra gli altri). Perché guardarlo? Perché è esilarante, nel vero senso della parola, irresistibile. Nel film il conduttore di una tv locale si cimenta in interviste con veri personaggi famosi, da Kanu Reeves a Matthew McConaughey. Involontariamente o meno i personaggi vengono insultati e toccati nelle loro mancanze, chi non è particolarmente intelligente, chi non ha mai vinto un Oscar. Le domande sgradevoli sono talmente geniali e irriverenti da fare trasalire dalle risate. Non perdetevelo, per nessuna ragione al mondo.

Su Sky (o Now) avete circa una settimana per vedere Euphoria, se non l’avete già visto. Non si capisce come la rete, forse per problemi di diritti, continui a mettere e togliere quello che è per distacco il miglior serial degli ultimi anni. Superiore per fattura e intensità a qualsiasi cosa abbiate visto negli ultimi anni. Personalmente Breaking Bad, Ozark, Le prime quattro serie di House Of Cards, Black Mirror ed Euphoria sono il meglio di ciò che si è visto in televisione negli ultimi vent’anni. Euphoria è moderno, geniale, Zendaya è sublime, una nuova Meryl Streep. Sam Levinson un giovane regista di razza, ma in generale ciò che colpisce di più di Euphoria è la sua modernità e ritmo. Non fatevi scoraggiare dall’argomento “Teen”, in Euphoria c’è tutto: filosofia, società, antropologia.  Questo serial è un monumento. Dieci anni fa girai il mio primo film, Young Europe (lo trovate gratuitamente su Youtube grazie al Governo Italiano), guardatelo e fatelo vedere assolutamente ai vostri figli se ne avete di adolescenti, ed Euphoria ne è il degnissimo erede seppur non tratti di temi etici.

Lo sconsiglio della Settimana va a “The Morning Show”, che premiai anno scorso come uno dei serial dell’anno. L’apparizione di Valeria Golino abbassa il livello qualitativo di ventimila punti. Non è tanto colpa dei noti problemi di tecnica attoriale della Golino, ma quanto del personaggio che le è stato affidato, e la sceneggiatura in generale. The Morning Show ha un ottimo inizio, poi crolla sotto il peso di uno script votato al politicamente corretto, allo stereotipo, al personaggio della Golino tagliato su misura sulla solita italiana passionale, un po’ gattara, un po’ sessantottina, urlatrice senza moderare le pulsioni, insomma, il solito italiano mezzo pazzo. Male, malissimo. Come sempre, state alla larga da prodotti italiani. Buona visione.

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