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Martin Scorsese al Taormina Film Festival: “La democrazia è messa alla prova. Stavo per diventare prete ma poi è prevalsa la vocazione per il cinema”

Il regista statunitense è stato il protagonista della terza giornata della rassegna cinematografica

Di Antonella Matranga
Pubblicato il 13 Giu. 2025 alle 22:34

Il re della terza giornata del Taormina Film Festival con la direzione di Tiziana Rocca, è stato in assoluto il grande regista americano Martin Scorsese (Quei bravi ragazzi, Taxi Drivers, L’età dell’Innocenza, Killers of Flowers Moon, solo per citarne qualcuno): atteso da migliaia di fan, studenti di cinema, e da numerosi giornalisti, il regista 82enne di origini siciliane (i nonni erano entrambi di una cittadina vicino Palermo) con il fervore creativo che ancora lo pervade con tanti nuovi progetti per il cinema, non  ha deluso le aspettative. Concedendosi generosamente e rispondendo alle domande di ogni genere che gli sono state poste.

Si parte da un progetto che gli sta molto a cuore quello sulla vita di Gesù: “Sto lavorando alla storia di Gesù, ma ambientata nel mondo contemporaneo. Ci vorrà ancora un altro anno prima che trovi la strada giusta. Ho trovato molto interessante il libro Una vita di Gesù di Shusaku Endo e la sua visione potrebbe essere il punto di partenza. Mi ci vorranno altri sei mesi circa per capire come affrontarlo. Nel frattempo, stiamo realizzando la seconda parte della serie sui Santi, (La prima è andata in onda su Fox Nation solo in America). Quest’anno ci siamo concentrati su Santa Lucia, San Pietro, San Paolo, San Patrizio e Maria.”

Martin Scorsese, soprattutto in questi ultimi anni, sembra avere una particolare  predilezione verso i progetti a tema sacro.

“La religione ha sempre fatto parte della mia vita. Da ragazzo facevo il chierichetto presso la cattedrale di San Patrizio dove c’era un parroco davvero speciale: mi avvicinò alla letteratura, ad autori come James Joyce. Ho vissuto per quasi un anno in seminario. Ero magro, malaticcio, soffrivo di asma, così mi consolavo rinchiudendomi o in chiesa o al cinema. Ma una cosa è la fede e l’altra è la vocazione verso una vita monastica, è una specie di chiamata a Dio. In me è prevalsa la vocazione per il cinema”.

Sul Papa americano Leone XVI afferma: “Per me chiunque diventi Papa deve essere il Papa di tutti. Non è importante se è nigeriano, filippino, o altro, dev’essere un Papa universale come  Francesco. Leone XVI sembra avere il giusto approccio. Nel suo primo discorso ha nominato tante volte la parola pace, una parola che non riguarda solo la politica ma la conoscenza perché ognuno di noi deve vivere la pace, solo allora ci può essere una possibilità.”

C’e una crisi della democrazia? In Gangs of New York ho raccontato, le origini della storia americana, segnate da violenza e terribili conflitti. Oggi vediamo la rivolta a Los Angeles e una situazione terribile con gli immigrati. La storia si ripete sempre. È successo anche con gli italiani. Ad un certo punto, misero un limite all’arrivo degli italiani in America. Il punto che ieri come oggi ogni nuovo gruppo che arriva in questo paese viene guardato con sospetto perché diverso. Ci vuole tempo perché sia assimilata. Per questo la democrazia mi sembra profondamente sotto pressione.”

Magari con un’altra amministrazione: “Assolutamente perché non vedo in questa amministrazione alcuna compassione. Anzi, sembra che si compiacciano del contrario: ferire, umiliare gli altri. A volte mi dico: questa potrebbe essere davvero la fine della democrazia, ma poi penso no, non è possibile, forse sta solo venendo messa alla prova. Sono due secondo me i nodi centrali: il primo e quanto potere può esercitare il presidente, fin dove può arrivare. Il secondo è quanto a lungo il popolo americano sarà disposto a tollerare politiche che potrebbero avere costi sociali ed economici pesanti, come nel caso dei dazi.”

A conclusione di questo discorso Scorsese, ha dato un consiglio ai giovani: “I ragazzi che crescono in un ambiente violento spesso non si rendono conto della loro realtà, per questo vanno sostenuti, aiutati a diventare consapevoli. E bisogna stare molto attenti alla rabbia che covano, perché da un lato può essere anche giusta e può spingerli ad agire ma dall’altro, può anche consumarli. Il cinema può avere in questo un ruolo fondamentale, ovvero quello dimostrare la verità.”

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