La conduzione di X Factor, le lacrime a Sanremo e un brano, La cura per me, rimasto per 12 settimane ai vertici delle classifiche radio e streaming con oltre 130 milioni di stream audio e video: la cantante Giorgia si racconta dopo un anno vissuto da assoluta protagonista. “Un anno che ne sembra dieci, insperato e inaspettato” racconta l’interprete al Corriere della Sera. Riguardo le lacrime versate al Festival di Sanremo rivela: “Sul palco ho versato le lacrime accumulate in 30 anni, comprese quelle che non ho pianto nel 1995 quando avevo vinto con Come saprei . Quella frase — il pubblico che scandiva hai vinto tu, hai vinto tu — mi ha restituito tanto. Quel pianto è stato il riassunto di una vita”. Merito anche di un brano, La cura per me, che ha avuto un incredibile successo: “Non era una canzone radiofonica ma ha funzionato come un tormentone che ha conquistato generazioni diverse”.
Giorgia, che da novembre tornerà nei Palasport con il suo tour e che da settembre sarà alla guida per il secondo anno consecutivo di X Factor, parla della pressione che i cantanti di oggi subiscono: “Oggi hanno ritmi più serrati di quelli che avevamo noi. Non che lavorassimo di meno, però devono affrontare una pressione emotiva e psicologica, penso soprattutto ai social, che ti può schiacciare; vivono cambiamenti di carriera repentini, mentre i nostri erano più dilatati nel tempo. Noi tra un disco e un altro provavamo un’altalena di sensazioni, adesso le provi fra un singolo e l’altro. Sui social i ragazzi vengono investiti da tante parole, da tanti giudizi che possono essere oggi meravigliosi e domani orrendi. Forse io sarei una di quelle che non avrebbero retto, non so se ne sarei uscita viva”.
“Io credo che i cantanti siano tutti psicopatici. Ma in senso buono, perché sono persone con una sensibilità talmente profonda da essere sempre pronte a mettersi in discussione come se ogni canzone fosse la prima volta; come se non avessero costruito nulla anche quando hanno carriere importanti” aggiunge la cantante. Alla domanda se la musica abbia un problema di rappresentanza femminile risponde: “Credo che oggi in Italia ci sia una generazione di donne formidabili, ma se fanno più fatica è per qualcosa di archetipico, inconscio, sedimentato nei secoli: per le donne le rughe sono una colpa, per l’uomo un tratto affascinante. Oggi bisogna proporre modelli diversi, anche alle donne stesse che spesso sono quelle che remano contro”.
L’interprete commenta anche le parole di Donatella Rettore che su di lei affermò: “Giorgia è l’imitazione di Whitney Houston: è bravissima, ma non è originale”. “A essere una copia di Whitney Houston ci metterei la firma! Poi certo mi ha ferito, anche se so che non si può piacere a tutti. Di Donatella ho un bellissimo ricordo, mio papà faceva il cantante e quando avevo 8 anni mi ritrovai a una cena dove c’era anche lei: ricordo questa ragazza bionda con le stelline appiccicate sugli occhi, ho passato la serata a guardarla come una dea. L’ho sempre adorata e quindi mi dispiace che lei non provi la stessa cosa. Però per me rimane la dea di quella sera”.