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“La bottiglia che mi sono lasciato alle spalle”: il monologo di Gianluca Grignani sulle sue dipendenze

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 28 Apr. 2022 alle 16:52

“La bottiglia di vodka volteggia nella mia mano lungo il soppalco della villa che si affaccia sulla collina di vigneti. Indosso una vestaglia blu. La sostanza è nascosta sapientemente in bagno: ogni tanto la vado a trovare, per non cedere a qualcosa che neanche io so cosa è. L’alcool non fa effetto, non mi calma. Sono solo. Lo spazio che separa il soppalco dal pavimento è come la caduta dalla cima dell’Everest al fondo della Fossa delle Marianne. Il mio cervello srotola immagini e pensieri in quest’ordine: padre, madre, figli, lavoro, amici. Mi sento cadere, ma il mio corpo è ancora lì. Fermo. Immobile. Grido: “La mia vita per un motivo…aiuto!”. È il monologo di Gianluca Grignani, ospite ieri sera de Le Iene che si apre con il racconto delle sue dipendenze.

Poi l’appello ai giovani: “Poi c’è la Generazione Z, che io ho ribattezzato V, come vittoria – dice Grignani – Quella che io identifico come la mano tesa al mio grido: “la mia vita per un motivo”. Quelli che non hanno mai avuto bisogno dei libri perché hanno sempre avuto un computer, quelli che per loro è normale che il telefono faccia tutto tranne il caffè. Loro, che vengono indicati come la generazione dispersa, che non ha radici, invece è la prima che non è stata educata al motto “mors tua vita mea”, che non crede che tutto sia lecito se la vittoria è di uno solo, se vince il più forte. È la generazione dell’inclusività, capace di rendere tutti uguali nelle differenze, la generazione del cambiamento, la mano del futuro. E da musicista voglio immaginare per loro e per tutti noi un finale diverso di una canzone famosissima Hotel California degli Eagles. In questo finale, anziché rimanere incastrati in un futuro senza immaginazione come nella versione originale, ci troveremo tutti, nessuno escluso, di nuovo nel deserto, liberi, ma con l’orizzonte davanti e con un inferno di fuoco ormai alle spalle. Ecco il mio augurio: un finale diverso e non un miraggio, una nuova Hotel California”.

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